Ci provo dall’8 febbraio, inutilmente… Manca solo la lettura dei fondi di caffè ed avrò esperito anche tutti i tentativi magici per avere una risposta. Insomma, qualcuno me lo sa dire: Alleanza Nazionale si scioglierà o non si scioglierà?
Il mistero è nato quella sera, sul portone di Palazzo Grazioli (per gli inesperti, sede romana di Forza Italia), dove il Presidente Fini ebbe l’illuminazione: “Condivido pienamente la proposta di Berlusconi di dare al popolo del 2 dicembre un’unica voce in Parlamento. Una pagina storica della politica italiana. Il 13 aprile nascerà nelle urne un nuovo grande soggetto politico ispirato ai valori del Ppe e quindi alternativo alla sinistra. Nei prossimi giorni chiederò doverosamente alla Direzione di Alleanza Nazionale di ratificare questa decisione.” (Rai News24, 8 febbraio)
Superfluo dire che la Direzione nazionale non trovò nulla da obiettare. I due ‘dominus’ avevano deciso secondo il loro stile: Forza Italia ed Alleanza Nazionale unendosi daranno vita ad una cosa nuova, rinunciando ai propri simboli ed al proprio nome. Così nascerà un nuovo partito: il Popolo delle Libertà. Il concetto era chiaro, ma il Presidente mi ha ulteriormente supportato confermando che il PdL “non sarà solo un cartello elettorale, guai se lo fosse. E’ un progetto molto più ambizioso che nasce da un accordo politico e che troverà la sua consacrazione nel momento elettorale, ma dovrà necessariamente svilupparsi dopo.” (Il Giornale, 11 febbraio)
L’entusiasmo a volte gioca brutti scherzi (“Ci siamo trovati d’accordo nel dire che per la prima volta poteva nascere un soggetto politico non calato dall’alto attraverso la scissione o la fusione di soggetti esistenti, ma dal basso, nelle urne” – Il Giornale, 11 febbraio) e genera impulsi di ottimismo inimagginabili (“I nostri militanti hanno capito perfettamente la portata delle sfida del nuovo partito unitario” – Il Messaggero, 14 febbraio), accompagnati da improvvisi slanci di formale rispetto della volontà altrui e delle regole (“In autunno si terrà il congresso e stabiliremo le tappe e le regole che porteranno ad un soggetto unico. Lo scioglimento di AN passerà da quel congresso d’autunno. Ovviamente la stessa cosa dovrà fare anche Forza Italia” – Libero, 16 febbraio)
Ciò nonostante, senza dubbi e senza remore, questo partito s’ha da fare. Tanto che il progetto PdL andrà avanti anche dopo le elezioni, qualsiasi sarà il risultato: “Un passo indietro sarebbe in ogni caso incomprensibile. Ci vogliono strumenti nuovi. Non a caso noi siamo il Popolo della libertà, non il partito. Il partito è uno strumento del secolo scorso, inadeguato alle nuove sfide”. (Il Giornale, 1 aprile)
Vedete cosa vuol dire avere nuovi impegni familiari, si pecca in distrazione. Sarebbe meglio che qualcuno dei suoi collaboratori gli ricordasse che il nome è stato scelto – lo scorso 2 dicembre – in un partecipatissimo ‘referendum da gazebo’, indetto tra gli aderenti (e adoranti) del famoso ‘editto del predellino’, enunciato in piazza San Babila dal Cavaliere: con il 63,14% fu bocciata la scelta di denominarlo Partito delle Libertà. Consultazione popolare, peraltro, alla quale AN ufficialmente non partecipò perché Gianfri era ancora offeso col Cavaliere. Ma sì, chi vuoi che si ricordi questi dettagli.
Comunque, non ancora convinto, ho cercato la soluzione in edicola da una fonte attendibile: “Area”, il mensile di riferimento di Gianni Alemanno. Proprio lui che si era fatto carico delle perplessità dell’ambiente con una coraggiosa dichiarazione a caldo: “Dopo le elezioni, qualsiasi ulteriore passaggio organizzativo, dovrà essere verificato e sancito attraverso un congresso nazionale di AN”. (Ottoemezzo / La7, 9 febbraio)
E’ bastato poco per capire meglio. Trascurabile, ma non troppo, l’intervista del senatore Marcello De Angelis al suo Presidente (mi ha fatto tornare in mente quella di Giovanni Minoli a Bettino Craxi…), invece sono stati i titoli dei due articoli politici ad illuminarmi: “Fini: Il domani appartiene a chi se lo va a prendere” (verrebbe da dire, il signore sì che se ne intende…), ma soprattutto “Un atto d’amore per l’Italia”, titolo dell’editoriale alemanniano. L’ex Ministro è stato esplicito nello spiegare che “gli uomini e le donne di An devono tirare fuori la loro parte migliore: il realismo, il senso di responsabilità e il radicamento nei valori e trasferirli all’interno del PdL.”, perentorio nel porre un monito (“guai, in questi momenti difficili, a pensare solo al proprio particolare…”) perché davanti al bene comune dell’Italia “si deve essere in grado anche di sacrificare sé stessi e i propri interessi particolari. Questa è l’idea con cui dobbiamo accostarci alla nascita del Popolo delle Libertà”. (Area, aprile 2008)
Ho capito. Ora posso rinunciare ai fondi di caffè… Ma non al diritto di testimoniare col voto la contrarietà a questo sciagurato progetto monocratico, che testimonia come “in An l’esigenza di piazzare il proprio capo ha vinto definitivamente sulla libera circolazione delle idee” (Marcello Veneziani – Il Riformista, 19 febbraio)

Faber

17 pensiero su “I fondi di caffé non mi servono più”
  1. A questo punto non ci rimane che aspettare lunedì sera, per poi organizzarci, come non abbiamo avuto tempo in soli 4 mesi, per un rilancio in grande stile della Destra in Italia.

  2. ahaha… caro faber la verità è che AN ha già scelto il suo futuro nel marasma insensato del calderone berlusconiano.
    Gianfranco Fini si sentirà a casa al centro, dimostrando ancora una volta, di non avere spina dorsale… lui, come chi lo seguira in questa disastrosa avventura centrista.
    IN AN SI FATICA A TROVARE UN SOLO PERSONAGGIO CON SPINA DORSALE.
    La risposta sta proprio nella chiusura del tuo articolo, nelle parole di Marcello Veneziani.
    Aggiungo: visto che il rottame di AN passa al centro la fiamma non gli servirà più…
    RIDATECI LA FIAMMA, TRADITORI!

    http://radiciprofonde.blogspot.com

  3. Michele ti avevo già lasciato un mio parere la settimana scorsa, e ti ripeto che alleanza nazionale non esiste più… quindi, se ami la destra, se ti senti tradito, se consideri Fini un traditore(e che traditore!) sai cosa devi fare!!
    VOTARE LA DESTRA E LA SANTANCHE’ 🙂
    Io pure ero di AN… dall’ultima porcata dell’unione con berlusconi e la scelta di cancellare in una notte un partito, un simbolo e le proprie tradizioni con me ha chiuso … NON NE VOGLIO PIU’ NEMMENO SENTIR PARLARE DI FINI E DELLE SUE CAZZATE…. è morto per me… con dispiacere, credimi… ma non esiste più… x me è il nemico….
    Sempreadestra

  4. Sciogliersi o non sciogliersi, An non fa paura…
    Se si scioglierà comunque, ci sarà sicuramente qualche camerata che l’abbandonerà per passare ad altri movimenti… però veri camerati… non neoliberali, capitalisti, ecc…
    Nobis

  5. ciao, alleanza nazionale si sciogliera in autunno, non si è ancora sciolta perchè ha voluto presentare il suo simbolo cmq al viminale per rompere le palle a La Destra, tanto che quest’ultima ha dovuto cambiare il simbolo per la similitudine con quello di a.n., credetemi, in autunno se non prima si scioglie!!!

  6. Altro che ludi cartacei: qui volano colpi di balista! Ricapitoliamo: Fini non ha affatto inventato, dall’oggi al domani, la svolta di palazzo Grazioli. Da anni, tutta la sua attività strategica era indirizzata a due grandi obiettivi: far dimenticare che An era un partito di destra e candidarsi alla successione di Berlusconi. Le due cose vanno di pari passo: soltanto dimostrando di essere il leader di un partito che con la destra scomoda ed impresentabile (agli occhi degli elettori forzisti) non aveva nulla a che fare, Fini avrebbe potuto ambire a divetare leader di un partito unico in cui la componente centrista era prevalente. Di qui, la strategia dei piccoli passi: il male assoluto, l’antifascismo, fino ad arrivare ai fatti più recenti. L’uscita di Storace (mi spiace per il fervente sostenitore de LD) non è stato un uscire sbattendo la porta da An: è stata una liquidazione di Berlusconi, con tanto di buonuscita, economicamente rilevante. Chissà perchè i duri e puri de LD non fanno mai riferimento all’origine dei fondi, inevitabili per creare dal nulla un nuovo partito di una qualche ambizione? Vogliamo azzardare una cifretta? Diciamo un a quarantina di milioni, più o meno. Fuori un sociale, l’operazione di sbiancamento è proseguita con l’altro: chissà perchè, dopo tutte le menate sulle correnti, Alemanno è diventato più realista del re. Anzi, più Finiano di Fini. Avrà capito che i giochi per la successione erano chiusi: Casini era stato battuto in volata da Fini (di qui il cambio di atteggiamento dell’UDC e il non allineamento furibondo di Casini: da amante tradito, sarebbe il caso di dire, o da delfino in pectore sdelfinato)e conveniva mettersi in scia. Non a caso, dopo l’inevitabile batosta alle comunali, andrà a fare il ministro, probabilmente del lavoro. Dunque, desocializzata An, Fini, che è rimasto a fare il pesce in barile per tutta la campagna elettorale, aspetterà paziente cinque anni: poi, quando, per ragioni anagrafiche, il PdL avrà bisogno di un altro capo, il cambio al vertice avverrà in maniera indolore. Tanto, siamo tutti nel PPE! Una volta si diceva come battuta: moriremo democristiani. Oggi è la triste verità di un partito in cui la parola “identità” viene pronunciata ogni tre per due, ma che la sua, di identità, l’ha perduta da un pezzo. Così, caro Faber, sai benissimo anche tu che lo scioglimento ci sarà: tutti contro Fini, fino a due minuti dalla fine del congresso. Poi, tutti alllineati e coperti, per paura di restare soli e perdere la poltrona. E’ così che fini governa: detenendo le chiavi dell’unica porta che gli peremette di manovrare i vertici di An, quella delle liste e delle cariche. Ma, se Atene piange, Sparta non ride: dire che l’alternativa ad An è La Destra è non solo ridicolo, giacchè nella Destra è affluito il peggio del peggio di An: trombati, arrampicatori e voltagabbana assortiti. E’ anche inutile, visto che, fuori dal Lazio, la Destra è destinata a raccogliere i voti, sporadici anch’essi, di quella minima percentuale di uomini e donne di destra delusi da Fini ma miopi sulle conseguenze del proprio voto. Quanto a Veneziani: dice benissimo. Lui si è smarcato da tempo, come solo i grandi sanno fare. Ci siamo visti a febbraio, ed era già un anno avanti rispetto al calendario politico: avercene! Saluti a tutti e… ci vediamo dall’altra parte!

  7. AN è sostenuta solo da quelle marionette illuse di avere un posto alla camera con il PDL… almeno così è a Venezia!
    Per quanto riguarda la realtà di Azione Giovani a Venezia… AG Venezia ha sempre agito distante da AN… è sempre rimasta indipendente e così farà fino alla scomparsa definitiva di AG!

    Boia chi molla!
    I camerati Veneziani

  8. Ti parlo con franchezza… a noi di Alleanza Nazionale non ce ne frega una mazza…
    ce ne frega come ci potrebbe fregare della Sudtirolen Wolkspartei
    Chi sta ancora in quel cassonetto è o è disonesto.. o mangia i sassi !

    Bruno
    Fiamma Bergamo

  9. Ciao faber. Complimenti per il tuo interessantissimo Blog. Avevo solo una domanda, forse stupida ma la faccio e basta. Ma Fini in questa campagna elettorale dov’è finito? Forse una mossa decisa a tavolino dal nanetto? Fini in naftalina che significato può avere? I tanti che in Italia dicevano: “Berlusconi è fatto così e lo conosciamo tutti, ma Fini però…” avranno intuito la vera identità “scodinzolante” ai piedi del nanetto? Quando si dice il c… per una poltrona!

  10. Potrei aggiungere qualche dettaglio… dal Piemonte dove risiedo, ma le vostre analisi e commenti collimano.
    Sono “entrato” in AN quattro anni fa. Molti amici me lo chiedevano. Essendo francese il mio impegno avrebbe avuto valenza solo ed unicamente per le amministrative. In realtà comincia a costruire la comunicazione “web based” di AN. Lo feci sempre con passione e tanto tempo. I metodi esistenti erano obsoleti, seguendo polverose “strategie” di un altro secolo. Messe con omelia senza fine, guerre puniche e qualcosa di meno fresco, e quando arrivava la “campagna” santini e faccine da spiaccicare ovunque.
    Ma qualcosa d’importante legava le persone, l’amicizia ed uno spirito cameratesco. DI evoluzione, ben poco. Cambiare metodo, di meno. Aprirsi, neanche a pensarlo.
    Per fortuna e (rabbia) mi misi a lavorare con i giovani (erano fuggiti). Una cosa tira l’altra e piano piano abbiamo ricreato il gruppo di AG. Ma AN… non cambiava. Dividevamo la sede con FI, nulla da eccepire (vi erano motivi tecnici), anzi, nel nostro caso un opportunità (qualcosa racconto in un mio blog http://donvitolibre.blogspot.com/), frequentavo pure alcune riunioni FI e la mia identità, pensiero e .. parole senza ombre: destra sociale (tanto per l’etichetta), senza compromessi con ruba-scontrini, evasori di ogni genere, salta fossi-multipli, fighetti e veline, riciclati ed ex-comunisti magari razisti! Qualcuno provò a propormi di raggiungerli, la risposta: se lo ricorda ancora. Poi un giorno, Fini dice “insieme”, come migliaia dico: scordatelo! E lo scrivo, e faccio sapere a mezzo Piemonte incluso la stampa. Apriti cielo, arrivano per vie traverse o congetturali, lettere dei responsabili politici… dicono “personalismi…”, “la vera destra…”, “noi che… anni sessanta, settanta… Almirante…”. Rispondo pubblicando ed inviando il testo di Fiuggi (se cercavano coerenza). La Destra mi sollecita, rispondo che prima di traslocare, offrirò “battaglia” all’interno del partito, e qualcosa in più; che chi “dirotta” per interesse proprio deve fare i conti con chi lo ha eletto. Tanto per cominciare, toglietemi dalla lista. E se avessimo dubbi? Tolti! Alle amministrative, Arriva un “forestiero” mai visto in città come capolista, metà della lista è composta da persone sconosciute, quelli di FI spediti da Torino, i “nostri”, il fondo del barile e per di più consapevoli di incamerare voti quanto il sahara la neve. Alla Camera e Senato, i canavesani di successo (hanno amministrato bene e rapidamente con fare di “Destra”: segati, meglio riproporre i purimandatari. Cosi, oggi, andrò a votare ed utilizzerò il voto disgiunto: una persona di fiducia, capace, preparato e di “un pezzo” con la tessera di AN ( in tasca come consigliere, un uomo senza tessera di AN, come sindaco.
    Nel frattempo cosa abbiamo fatto: organizzato i giovani per prendere i mano la situazione locale (già fatto), fuori da AN e da qualsiasi formazione che parla di destra e agisce da socialista-democristiano, o manda a sbraitare gente volgare, il che amici lascia ben poco in giro.
    Preferiamo con i giovani (… ne ho 50+…) badare alla nostra formazione e preparare una svolta, almeno locale, lasciando il “vecchio” e il “giovane-vecchio” a casa. Le nostre speranze: AG, il Fronte. Solo da loro possono arrivare giovani preparati, rimane da scogliere il nodo: sono disposti a non soccombere alle migliori offerte! Quelle che ti fanno assaggiare le poltrone!
    Il quadro politico frà 5 anni? Diverso, molto diverso. E magari prima.

  11. Hai idee talmente diverse dalle mie che sarebbe inutile discuterne con me! Ma sicuramnete convergiamo sul fatto che con questi due partiti si sta creando un unico potere che favorisce il liberismo. La nostra storia per fortuna è diversa da quella americana, forse un giorno, ma spero molto lontano si uniranno le forze che criticano questa nuova oligarchia. Ma spero di no perchè dopo sarà una strage tra noi. Allora preveniamo questa strage e facciamo capire a più persone che è sbagliato votare per una questione diciamo “matematica” ma votare per gli ideali che si ha!

  12. @Marco Cimmino

    Caro Marco, non posso sapere se l’uscita di Storace sia avvenuta grazie ad una “liquidazione di Berlusconi, con tanto di buonuscita, economicamente rilevante”… Peraltro, qualche dubbio sorge perchè altrimenti sarebbero stati soldi sprecati (non mi pare che il Cavaliere abbia le fattezze di un benefattore dell’umanità..), visto che non è riuscito ad imporre a Fini l’ingresso de La Destra in coalizione, perdendo quindi i suoi voti nella somma elettorale. Quota che gli avrebbe consentito di non tremare per il Senato fino al verdetto di domani sera. Perciò non azzardo alcuna ipotesi sull’origine e sulla quantità dei fondi…
    Invece concordo, ahimè, sia sulle tue perplessità legate alla repentina metamorfosi alemanniana, che finora ha provocato la delusione dei tanti che, dentro An, in lui riponevano la speranza di poterlo identificare come il forziere dell’identità; che sulle strategie finiane: sta giocando il suo jolly (forse l’ultimo..) per arrivare a proporsi – ad appena 61 anni – come il meritevole ed ubbidiente successore del Cavaliere. Io, però, al suo posto non sarei tanto ottimista. Non tanto per le proprietà taumaturgiche berlusconiane, quanto perché in questi cinque anni almeno due uomini azzurri saranno in grado di farsi conoscere ed apprezzare certamente più di lui, accucciato nel massimo scranno della Camera dei Deputati: Giulio Tremonti e Roberto Formigoni. Inoltre, dubito che riesca a far breccia nei cuori dei supernotabili forzitalioti, che comunque saranno coloro che governeranno il PdL, all’interno del quale perderà quel potere che giustamente definisci come “le chiavi dell’unica porta che gli permette di manovrare i vertici di An, quella delle liste e delle cariche”. Sarà più un pronostico o un auspicio…? Infine, considerando che il tuo giudizio su La Destra è spietato (forse un po’ troppo sbrigativo e generalista…), che fare? Quale potrà essere la parte costruens di chi vuole provare a crederci ancora?
    P.S.: A proposito, da quale altra parte ci vedremo? Mi hai incuriosito…

    @pippo

    Mi chiedi dove sia finito Fini durante la campagna elettorale… bella domanda. Certamente è stato oscurato e smitizzato dalla preponderante vitalità e dal narcisismo mediatico di Berlusconi, che l’ha addirittura costretto a subire figuracce mai viste prima, come quella di Palermo (ma non solo…), dove sono accorsi ad ascoltarlo in appena trecento (da questo numero si tolgano dirigenti e candidati a Camera, Senato e Regionali)… Triste conclusione la tua: “in tanti che in Italia dicevano Berlusconi è fatto così e lo conosciamo tutti, ma Fini però…”. Appunto, ma Fini però… si è dimostrato peggio!!!

    @donvito

    Hai ben sottolineato l’importante collante che legava coloro che negli anni passati hanno fatto politica a destra: il cameratismo. Un sentimento, frutto della comunanza ideale, che al cospetto delle avversità della politica e di fronte al nemico comune ha sempre tenuto unito un ambiente, nonostante tutto e tutti. Poi, qualcuno ha cominciato a sbiadire l’identità, sono stati inventati i circoli che, sopratutto nelle Città, hanno cominciato a frantumare e disperdere quel collante. Ora l’identità viene cancellata completamente, al fine di creare le condizioni per cucinare il famigerato ‘minestrone insipido’, indigesto a tanti, tranne a coloro che – avendone assaggiato i privilegi – ormai hanno fatto della politica un mestiere profumatamente ripagato. E’ un bene che tu abbia trovato dei giovani per porre rimedio alla triste situazione. Loro possono essere una speranza. Ma da ‘liquid…Azione Giovani’ non arrivano segnali univoci e coraggiosi, la preoccupazione per il futuro dell’Idea aumenta. Agiamo ancora affinché il futuro sia di quei giovani che – come dici tu – siano “disposti a non soccombere alle migliori offerte, quelle che ti fanno assaggiare le poltrone”…

  13. Caro Faber, bella domanda la tua!
    Allora, il termine “scioglimento” da noia ai dirigenti di partito, quindi cercherà di non usarlo! Diremo, usando una metafora, che An si trasferirà nella villetta bi-familiare con FI! 🙂
    Scherzi a parte, a quanto ho capito ci sarà un congresso di AN ad aprile/maggio 2009 per questa fusione… All’inizio alcuni leader non erano d’accordo, poi hanno ceduto (e mi rendo conto che per resistere al carisma di Fini ce ne vuole…)
    Quindi pare proprio che la cosa andrà in porto…
    Io razionalmente ho capito i motivi, ma nel mio cuore qualcosa si ribella…:-(

    http://rosascrive.splinder.com

  14. @anonimo – rosascrive.splider.com

    In verità, la mia era una domanda con forte connotazione retorica.
    E purtroppo non è solo un problema linguistico/terminologico, ma con forti connotazioni politiche… che ad alcuni sfuggono, ma ai più non interessano se commisurate al potere che detengono. Chiamalo pure “carisma”, ma il ‘potere di lista’ va ben oltre!!!

  15. Non volevo affermare che il problema fosse solo quello del termine, c’è molto di più. Ma noi cosa possiamo fare? 🙁

  16. All’inizio ho sofferto molto, anzi troppo! trovarmi senza casa tutt’ad un tratto! era come se mio padre, senza consultarmi, avesse deciso di chiudere la casa in cui viviamo da anni per trasferirci in casa d’altri. Mi sono sentita tradita. Ho votato la Destra alla camera, il PDL al Senato (voto disgiunto, ahimè, mi sono fatta convincere! ha prevalso la paura di trovarmi Uolter come presidente!). Volevo arrivare al “congresso di autunno” per manifestare la mia rabbia ed il mio dissenso -nonchè disprezzo- per queste decisioni prese dall’alto. Poi vengo a sapere che è riaperto il tesseramento e che forse lo scioglimento del partito è rimandato alla primavera del 2009. Allora ho deciso: basta pagliacciate. Rinuncio all’ inutile incarico che mi fu affidato e non mi tessero. Tanto per AN non valgo nulla, non servo. E’ inutile aspettare. Lascio casa mia ma non vado a vivere dove mio padre ha deciso per me. Piuttosto sotto un ponte, randagia, ma libera. Questa la mia tesimonianza. Un saluto romano a tutti.

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