Cara Ministro, tengo famiglia. E la voglio unita a qualsiasi costo, anche a rischio di sacrificare l’unità di governo e di partito. Questa la ratio del messaggio recapitato, attraverso la stampa, da Paolo Guzzanti a Mara Carfagna, che l’aveva citato (forse in maniera ridondante: «la figlia del parlamentare di Forza Italia») nell’ambito della querelle con Sabina Guzzanti, appunto discendente diretta del senatore Pdl.
«Sabina è coraggiosa, sin da piccola. Mi vanto di averla educata alla libertà» (1), ha sottolineato orgogliosamente papà Guzzanti, scatenato nella difesa della libertà di comizio della figliola comica. O, se preferite, della comica figliola, che nostalgica dei teatri ha sfruttato il palco di piazza Navona, durante il ‘No Cav day’, intrattenendo grevemente il pubblico.
«Tra noi c’è un codice di comportamento: non ci tiriamo in ballo a vicenda» (2), ha spiegato papà Paolo ed effettivamente Sabina ha rivolto altrove i suoi strali, non risparmiando un’eloquente premessa: «non sono una moralista». Ciò nonostante, «…non puoi mettere alle pari opportunità una che sta là perché ti ha succhiato l’uccello», seppure sia chiaro che «Berlusconi si strafa di viagra», diversamente da altri politici che – nonostante abbiano «soldi, potere, tutto quello che vogliono»«…vanno a mignotte perché pippano cocaina». Finalmente, i dubbi finora erano tanti ed assillanti. Provvidenziale la Guzzanti si è posta «…un interrogativo, una domanda legittima», regalando una strepitosa scoperta concretizzata grazie ad una fonte autorevole ricercata con perizia: «ho chiesto in giro, finché non me l’hanno spiegato: un ex tossico in modo molto semplice e chiaro».
Dopo l’ardita difesa per diritto di paternità, Paolo – oltre a precisare che dissente «quasi interamente, diciamo al 90 per cento» e che le forze della reazione sono in agguato: «il blog di Sabina è stato sotto attacco» (3) – tratteggia la sua idea di talento: «Usa una satira molto moralista e sistemi comunicativi anche sgradevoli, ma è efficace» (1). Però, anche lui cade imprevedibilmente nello stesso ‘vizietto moralista’ scomodando addirittura i trascorsi della Ministra: «Forse è un’orsolina, anche se su internet ho visto delle foto in cui si difendeva dalla calura estiva in modo esplicito» (1). Alternando collera ad aplomb, consiglia anche maggiore sportività di quella dimostrata da lui nelle interviste del dopo piazza Navona: «In questi casi si reagisce con un sorriso, un telegramma di congratulazioni per lo show, non una querela a chi fa satira politica» (2).
Insomma, nessuna offesa, nessuna infamia, nessuna maldicenza. Una semplice ed innocente esibizione di ‘alta satira politica’, come conferma l’esperto Marco Travaglio: «Quello di Sabina è stato un capolavoro di invettiva satirica, urticante e spiazzante come dev’essere un’invettiva satirica, senza mediazioni artistiche né perifrasi» (4). Concetto fortificato con autorevolezza e competenza dal senatore berlusconiano, non certo carfagniano: «Si tratta di linguaggio nuovo e autoreferente che riempie teatri, palasport, piazze e crea un mondo politico autonomo» (1).
Insomma, sa bene papà Guzzanti che niente capita a caso. Si è trattato di uno show preludio di una «operazione politica… audace e coraggiosa»: la sua figliola «si vuole proporre come leader di un partito di sinistra che ancora non c’è, post-comunista e post-arcobaleno» (1), creando «una patria a una parte dell’Italia che si sente orfana di rappresentanza», e dulcis in fundo «il suo scopo è quello di inventare un partito che non esiste ed esserne un leader, forse il leader» (3). Magie del maggioritario con sbarramento!
La stoffa non manca (sopratutto in un’era di politica da luna park), le idee sono chiare, anche se la ricetta appare un tantino stagionata: un pizzico esasperato di antiberlusconismo, uno spruzzo di anticlericalismo («…politica razzista perpetrata dal Vaticano che sta introducendo valori aberranti»), un goccio di difesa delle fasce indifese e più deboli (ovviamente rom, gay, trans ed affini), un immancabile dose di sano e purificatore antifascismo («…nella nostra magnifica repubblica fondata sulla resistenza»).
In piazza Navona si è intravista anche la strategia militante («In Messico, dove hanno una situazione abbastanza simile alla nostra, ho visto come fanno opposizione: in piazza tutte le sante domeniche, bloccano gli aeroporti, bloccano le strade, impediscono ai parlamentari di entrare a votare le leggi vergogna con dei sit in fatti da sole donne») ed il programma, a cominciare dalla lotta alla grande distribuzione: «Qui siamo un popolo. Al centro commerciale siamo un popolo un po’ di meno, non lo so perché, si sente meno questa cosa…».
Basterà a guzzantini, girotondini, dipietrini, travaglini, grillini e soci?

Faber

1) Il Riformista, 10 luglio 2008
2) La Stampa, 10 luglio 2008
3) www.paologuzzanti.it
4) l’Unità, 12 luglio 2008

6 pensiero su “Il valore della famiglia unita”
  1. ipotesi…….:
    e se l’ IdV rompesse col PD e con la sinistra intera, si potrebbe ipotizzare un nuovo blocco trasversale con LA DESTRA?
    se il cavaliere (indotto da noti lacchè) non ci vuole, dobbiamo pur attuare il nostro istinto di sopravvivenza.
    io ci rifletterei su…..

  2. Ciao,
    ormai la “sinistra-famiglia” non sa più come riuscire a “riconvertire” i propri elettori.
    Strappo di qua e strappo di la…il numero dei movimenti continua a crescere.
    Di Pietro ha sempre una marcia in più rispetto agli “ipocriti cavalieri” del pd.
    Bisogna stare molto attenti, si corre il rischio di lasciare il Paese nelle mani di Berlusconi senza riuscire a fare un bel nulla per contrastarlo.
    Cerchiamo di far capire agli italiani cosa significa votare la vera Destra.
    Tutti ad Orvieto Sabato e Domenica per capire meglio quanta destra c’è nell’attuale Governo.

    http://www.la-destra-storia.net

  3. Emilio, mi sembra di aver capito bene? Tu proponi un’alleanza de La Destra con l’IDV. Mi pare assolutamente impossibile e sarebbe fonte di grande sconcerto in me se il mio partito si alleasse a quello di Di Pietro. Non possiamo accettare giustizialisti e forcaioli.

  4. Ciao Faber, grazie per essere passato dal mio blog.
    Il tuo è proprio bello, complimenti.
    Per quanto riguarda il topic, io non credo che IdV di allei con La Destra, ormai idv è “infiltrata” dai girotondini (Pancho Pardi) e annovera tra le sue fila i vecchi comunisti alla Berlinguer, molti delusi del Pd e via discorrendo. Insomma, è una sinistra trasversale che passa oltre al vecchio partito moderato di centro-destra di Di Pietro agli inizi. Adesso è un partito di sinistra a tutti gli effetti.

    @Emilio. Anche io sarei sconcertato se il mio partito di alleasse con La Destra, fortunatamente non succederà. Non è giusto dare del forcaiolo e del giustizialista a Di Pietro. Lui i processi li vuole celebrare, non evitarli. Chi vuole evitare i processi e condannare sommariamente è giustizialista, non chi vuole celebrare i processi. Forcaiolo poi, lui che i processi li vuole sveltire per evitare che innocenti stiano con un processo sul groppone per anni… comunque non metto in dubbio che ci siano dei deviati in giro, anche se fortunatamente non sono di certo in vista nel partito. Deviati come ci saranno anche tra le fila de La Destra, speriamo anche lì non in vista.

    Io ero in piazza Navona. e posso dire che ricordarsi di quela data e di quella piazza come “La piazza degli insulti della Guzzanti” è molto superficiale. Su quel palco c’erano filosofi, scrittori, intellettuali e artisti diversi dalla Guzzanti. Poi, ognuno può far finta di aver visto quello che vuole 😀

    Io sono di sinistra e mi spiace che a sinistra non ci sia un partito unico vero (non il pd di certo), ma ci manca un leader e preferisco così che un partito che verte attorno ai soldi e al potere dell’unico leader. Spariamo in qualche alleanza. Anche se in piazza abbiamo un pochino litigato (Colombo vs Guzzanti e Celestini vs Di Pietro), lì abbiamo respirato democrazia, un momento in cui ognuno ha detto quello che pensava senza paura di andare contro al pensiero unico del leader.

    Ciao a tutti, a presto 😀

  5. IL FLOP di Piazza Navona dovrebbe rendere edotti gli italiani ( ma non gli attori del fallimento) che quel tipo di istanza espressa in quella piazza semideserta NON è più credibile. Infatti, accade sempre così agli attori di teatro: prima di rendersi conto che, sia la pièce che la loro recitazione, NON sono apprezzate dal pubblico, passano anni.

  6. Il semplice fatto che volano insulti e urla da forcaioli pone la “manifestazione” nella cesta della volgarità. Ci potrei ridere, pensando che la sinistra italiana imponeva il primato della cultura e della finezza (ci sarebbe da spallare tonnellate di monezza per trovare queste virtù rivendicate), ma più che ridere mi viene la depressione a vedere l’Italia sprofondare.
    Mille volte l’ho detto e continuo a pensare che Berlusconi non è il “diavolo” o il qualunquista dipinto a sinistra e a destra (incluso il centro variabile), semplicemente è meglio avere un Berlusconi al governo che quei sciagurati che la sinistra ha golpisticamente imposto. Ricordo alcuni dei prestigiosi dirigenti che hanno infestato il funzionamento del Paese: Peccora Scanio, Bianchi, Melandri, Rutelli, Mastella, Fioroni, Turco, Pollastrini, … solo alcuni dei tanti nulloni che più non si può. Ecco perché ci sentiamo più tranquilli con i Tremonti & co. Almeno loro non prendono per i fondelli e quello che fanno è comunque frutto di vera professionalità.
    Leggete in giro per l’Europa quello che pensano di Tremonti, ben altra cosa del Padoa Schioppa servile della clicca socialdemocratica che imperversa a Bruxelles.
    Tornando a Piazza Navona: diceva un Signore che voleva un Paese rispettato e moderno: non me ne frega niente!
    Mica dobbiamo perdere tempo con i Di Pietro e altra roba da Grand Guignol.

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