Grammatica antifascista
lug 20th, 2014 | By Faber
Per gli antifascisti torinesi, non solo un corso intensivo di storia, ma sopratutto urgenti lezioni di grammatica…
Per gli antifascisti torinesi, non solo un corso intensivo di storia, ma sopratutto urgenti lezioni di grammatica…
Tutto è cominciato quando Enzo Raisi, ex deputato finiano, ha lanciato un missile terra-aria postelettorale contro i cosiddetti ‘gabbiani’ romani: «Fratelli d’Italia è La Russa più la sezione missina di Colle oppio di Roma. Non c’è dietro nessun progetto politico serio. E’ un partito molto romano con un pezzo di Lombardia, rappresentata da La Russa,
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Ronchi dei Legionari aveva indicato la strada (“La politica vicina alla gente”), Torino l’ha seguita. Mussolini non è più cittadino onorario: «La città sana un vulnus che durava da 90 anni», esultano i ridicoli antifascisti a scoppio ritardato…
Consentitemi di essere una voce libera fuori dal coro. Per quanto riguarda le mie critiche allo spettacolo di Cristicchi, è presto detto. Si tratta di un maldestro tentativo, come già lo fu a suo tempo lo sceneggiato “Il cuore nel pozzo” del 2005, di chiudere con un compromesso, una “verità di comodo”, una questione scomoda
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Un tempo sognavamo un partito nazionale e popolare, sociale e futurista. Capace di sintesi. Popolo e Nazione. Modernità e tradizione. Comunità e Tecnica. Destra popolare e sinistra nazionale. Berto Ricci ed Enrico Mattei. Beppe Niccolai e Niccolò Macchiavelli. L’Olivetti (quella vera) e il Colosseo. Un magnifico passato e un futuro da tutto costruire. Nuovi linguaggi
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Raramente è successo, in letteratura, che la rivoluzione di chi voleva cambiare il mondo e i movimenti giovanili dopo il Sessantotto, fossero accompagnati da uno sguardo proveniente dalla destra missina e non dalla sinistra ideologica. Il romanzo Vittoria (Giubilei Regnani, 2014) di Annalisa Terranova ci offre uno sguardo verso l’altra parte della sponda. Una storia
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Renzi sarà il capo del governo più giovane della storia italiana: due mesi meno di Mussolini. Ma durerà meno…
La politica vicina alla gente. La giunta rossa di Ronchi dei Legionari ha convocato il Consiglio Comunale per togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini…
Teo Mammucari (e i suoi autori) hanno pensato di far ridere gli spettatori de “Le iene” con una squallida battuta sul calendario di Mussolini, che evoca lo scempio di piazzale Loreto: «L’unico che si può appendere a testa in giù». Questa è l’orribile immagine che secondo costoro dovrebbe essere divertente. VERGOGNA!!!
Vorrei aggiungere una pagina all’Agenda Monti. E’ uno stralcio della lettera inviata, nel lontano 6 gennaio 1927, ai Prefetti d’Italia dal Capo del Governo di quel tempo: «Più volte dissi che il denaro del popolo è sacro. Tutti coloro che amministrano pubblico denaro devono essere di specchiatissima probità. Sopratutto nell’Italia meridionale il Prefetto deve instaurare
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