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Trova le differenze
“Bisogna prosciugare le pozzanghere fasciste. Ci si può gettare dentro, ma ci si sporca. L’unico modo è farle evaporare alla luce del sole di una forma-partito che proponga un racconto politico alternativo. Si può tranquillamente rinunciare a quel 2% con la sua inconsistenza antistorica”.
POLITICA

Un semplice calcolo matematico serve a stabilire qual è la tendenza dell’elettorato all’interno dei paesi dell’Unione europea.

Il Governo di Destracentro vince le elezioni e, in base all’investitura popolare, avvia le riforme sulla forma di governo: premierato o presidenzialismo che sia (sarebbe decisamente meglio il secondo!).

I progressisti europei (diligenti allievi di quelli italiani) generano sensazioni alterne tra la pena e il ridicolo. Non intendono mai rispettare il voto dei cittadini, ricorrendo a qualsiasi trucco per aggirare le brucianti sconfitte elettorali.

Nonostante il Pci abbia chiuso bottega nel lontano 1991, i suoi eredi, fedeli alle origini, continuano a chiamarsi pubblicamente “compagno” e “compagna”, senza che nessuno (tanto meno la dirigenza del Pd, figuriamoci Avs e dintorni) abbia alcunché da ridire. Peraltro, i più ortodossi salutano ancora col pugno sinistro chiuso, sempre secondo la tradizione comunista, e nulla quaestio.

Nei giorni scorsi, un’inchiesta giornalistica (più simile allo spionaggio, grazie ad una giornalista infiltrata sotto falso nome con telecamera nascosta) realizzata nei confronti di una comunità giovanile politica ha denunciato alcuni comportamenti considerati disdicevoli e, udite udite, pericolosi per la democrazia italiana. Perciò, da circa dieci giorni, i media progressisti stanno puntando su questa inchiesta per depotenziare (o, per meglio dire, ‘sputtanare’) il Governo e il primo partito d’Italia.

Torna d’attualità l’adesione dell’Italia al Mes (Meccanismo europeo di stabilità), su pressing dei tecnocrati dell’Unione europea, e torna di moda anche il concetto di “trappola per topi”.

Al di là delle responsabilità individuali, la terribile morte del bracciante indiano rappresenta una triste conseguenza di un’immigrazione incontrollata
PILLOLE

Tra i francesi meno dispiaciuti per il risultato elettorale di ieri c’è anche Marine Le Pen. Per chi vuole una spiegazione dettagliata, appuntamento nel 2027.

Ho il forte sospetto che, all’interno dell’Unione Europea, ‘chi pecora si fa, il lupo se la mangia’
IN CAUDA VENENUM

Finalmente, i ‘galletti’ Thuram e Mbappé potranno occuparsi a tempo pieno dell’analisi del voto francese.

Con la stessa accusa processuale (far parte di un’organizzazione criminale di estrema sinistra, la ‘banda del martello’, colpevole di alcuni pestaggio in Ungheria), Ilaria Salis è passata da Budapest a Bruxelles (con breve tappa a Monza); Maja T. da Berlino a Budapest. I soliti magistrati nazisti…
IPSE DIXIT

“Bisogna prosciugare le pozzanghere fasciste. Ci si può gettare dentro, ma ci si sporca. L’unico modo è farle evaporare alla luce del sole di una forma-partito che proponga un racconto politico alternativo. Si può tranquillamente rinunciare a quel 2% con la sua inconsistenza antistorica”.

Anche i risultati elettorali francesi sono stati una buona occasione per far emergere la consueta spocchia dell’intellettualismo sinistro. Il leader del Rassemblement National, Jordan Bardella, sarebbe “un furbacchione di bell’aspetto, creatura acchiappa-like, costruito nel laboratorio mediatico”.
MEMORIA

Il ricordo del giornalista Francobaldo Chiocci rievoca il 1984

La vicenda del generale Vannacci è stato un caso di scuola: parlare di un libro sgradito, soprattutto se scritto da un autore sconosciuto, non conviene. Si rischia di far risparmiare le spese di promozione. Anche per il romanzo “Dalla stessa parte mi troverai” di Valentina Mira potrebbe valere questa regola, visto che fino al 7 aprile poteva contare su 1.313 copie vendute. Ma l’inserimento nella lista dei dodici volumi candidati al Premio Strega, attribuendogli quindi una rilevanza che, comunque la si pensi sui premi letterari, questi appuntamenti conferiscono e la forma irriguardosa utilizzata nei confronti delle vittime della strage di Acca Larenzia ha reso impossibile l’oblio.
Nessuna categoria
SCAFFALE

Terminata la lettura di “Chi sparò ad Acca Larenzia”, scritto da Valerio Cutonilli, il bilancio è terribile: a distanza di 46 anni, gli assassini di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni sono ancora sconosciuti. Una lettura particolarmente emozionante e, personalmente, un’occasione per ripercorrere quei tragici avvenimenti che hanno avuto un ruolo decisivo nella scelta della mia militanza politica, ma anche per conoscere tanti dettagli nella ricerca della verità.

Marco Tarchi racconta la Destra
OMNIBUS

La vittoria alle elezioni politiche del 2022 di Fratelli d’Italia (primo partito) e del centrodestra nel complesso ha condotto alla formazione di un governo guidato da Giorgia Meloni che ha tutte le prospettive di giungere alla fine della legislatura. Questa chiara e democratica vittoria ha portato però ad un risultato paradossale, quello che personalmente considero una contraddizione: l’invito, se non l’ordine interno e non certo pubblico a cancellare le tracce. Che significa? E’ da intendersi che tutti gli eletti o coloro che hanno raggiunto posti di responsabilità pubblica devono far dimenticare il loro passato politico “militante”, quel che erano in precedenza per evitare ricatti, inchieste giornalistiche, polemiche da parte degli avversari in Parlamento e fuori sui media tradizionali e in specie sui social media, nella quasi totalità ostili alle scelte degli italiani.

Da celebrazione della democrazia e della libertà, il 25 aprile è ridotto a giornata dell’odio contro Giorgia Meloni e il fascismo immaginario. I progressisti di una volta sono oggi rappresentati dai peggiori reazionari. I resistenti veri guardavano al futuro dell’Italia e per questo scrissero un testo costituzionale in cui, oltre a vietare la ricostituzione del partito fascista, prevedevano che i politici con un passato fascista potessero ritornare a ricoprire cariche pubbliche dopo 5 anni di “purgatorio”. I novelli resistenti, invece, investono solo sul passato, che più remoto non si può. E così dai Buozzi, i Calamandrei, i Dossetti e gli Anselmi siamo passati agli Scurati, i Montanari, i Raimo e i Salis, dai partigiani che rischiavano la vita per la libertà agli attuali fabbricanti professionali di odio. E la resistenza da valore politico retrocede a valore commerciale.