Posts Tagged ‘ Adolfo Urso ’

Fronte della Gioventù, una storia a lungo attesa (Marco Valle)

Gen 27th, 2014 | By

Un libro può diventare una trappola. Un mare procelloso e fascinoso. Se indugi un attimo in più del dovuto sulla battigia, vedi spiaggiarsi sulla scogliera della memoria manciate di ossi di seppia, ondate di “triste meraviglia, cocci aguzzi di bottiglie”. Resti di un naufragio. Un libro può assomigliare ad un oceano profondo e impietoso. Le onde riportano, a volta, spezzoni di vita vissuta che — come Guccini insegna — ti avvolgono come miele: la nostalgia è un sentimento ambiguo e pericoloso. Da evitare. Non sempre, però, riesci a sottrarti alla malia delle maree, al loro richiamo e, allora, ti attardi sul litorale dei ricordi, dove ritrovi resti di bandiere stracciate, polene marcite, vele strappate, pennoni spezzati. Malinconia mista a tenerezza e un po’ d’incazzatura. Un libro — centinaia di fogli, migliaia di righe, decine di capitoli — talvolta non ti risparmia nulla. Soprattutto se chi scrive ti ricorda l’affondamento del grande battello tricolore, un vascello un po’ vecchio e scassato, ma abbastanza dignitoso. All’improvviso dal gorgo riaffiorano carte, date, nomi. Volti. In lontananza scorgi nocchieri, nostromi, capitani, ammiragli che abbandonano il povero relitto incagliato sulla scogliera. I mozzi, no. Loro sono affogati mentre i marinai annaspano tra le onde, ma non importa. È il destino della “bassa forza”, quelli che faticano e sgobbano. Le scialuppe — poche, come quelle del Titanic — sono piene di gallonati comandanti, incapaci e impomatati come uno Schettino qualsiasi. Un tempo, affollavano la plancia e applaudivano il grand’ammiraglio — l’infallibile che ha fallito —; oggi tutti, compreso il navarca supremo, asciugano i loro panni sulla spiaggia e fissano l’orizzonte con occhi liquidi. Disorientati. E disoccupati.



Un’Officina troppo multiculturale

Set 21st, 2013 | By

Mentre la fabbrica di Nichi Vendola sarà ormai in fase avanzata di dismissione, ad Atreju ha preso vita l’Officina per l’Italia, con l’ambizioso obiettivo di «costruire la casa di tutti e non di uno», ha detto Giorgia Meloni. Forse, memore di Montecarlo, dove l’appartamento fu solo per lui. Anche a Fiuggi, nel 1995, si evocò una casa, quella del padre, che Fini annunciò di voler abbandonare. Poi, per essere certo di non potervi fare ritorno, la bombardò, radendola al suolo. Ma questa è un’altra storia, direbbe Carlo Lucarelli.



La foto di Atreju sul Corriere? Immagine del fallimento (Augusto Grandi )

Set 16th, 2013 | By

Giulio Terzi (sì, proprio il pessimo ex ministro degli esteri e dei marò), Adolfo Urso, Magdi Allam, Gianni Alemanno e Ignazio La Russa: la foto pubblicata sul Corriere della Sera a conclusione di Atreju è l’imbarazzante riprova del nulla cosmico che sta caratterizzando il fallimentare tentativo di creare una nuova aggregazione a destra. Chi dovrebbe seguire questa gente? Chi dovrebbe impegnarsi per consentire a costoro di continuare a far danni come han sempre fatto? Tutti reduci da completi fallimenti politici ed amministrativi, ma tutti con l’arroganza di continuare a guidare un nuovo gruppo. Di qualsiasi tipo, su qualunque posizione. Non un’idea nuova, non un progetto vincente. L’unico obiettivo è quello di mantenere una poltrona, uno strapuntino, un briciolo di potere e visibilità. D’altronde la nomenklatura ex missina, postfascista, aennina e caricature varie, è spesso composta dalle stesse persone che han dato vita alla misteriosa fondazione che dovrebbe gestire il consistente patrimonio immobiliare creato in era missina. E che, in teoria, dovrebbe servire per far politica, non per garantire un seggio agli sconfitti di ogni battaglia. Si vede benissimo come sanno utilizzare i soldi. C’era una volta Il Secolo d’Italia, quotidiano di nicchia ma, in alcuni periodi, in grado di offrire un’idea, un pensiero, una interpretazione della realtà. Ora ridotto al nulla on line. E le altre grandi iniziative politiche? Mistero. Ovviamente i grandi quotidiani legati al centrosinistra non hanno alcun interesse ad enfatizzare il poco che emerge dall’area. Ma non si capisce perché dovrebbero farlo. E se il Corriere dedica alla conclusione di Atreju solo la fastidiosa foto di una fastidiosa famiglia scombinata, senza una riga su progetti e scelte, forse una ragione c’è. Incapaci di comunicare, convinti che il mondo inizi e finisca intorno al loro gruppetto (purché si riunisca a Roma, perché scoprire il resto d’Italia è faticoso), impossibilitati ad avere una strategia semplicemente perché le persone ritratte in foto non hanno nulla da spartire con quella che vorrebbero fosse la loro base. Senza dimenticare il servilismo consueto che impone di invitare gli avversari più squallidi, per ottenere da loro quella legittimazione che evidentemente si ritiene di non essere in grado di conquistare. Tutto da buttare, tutto da rifare. Intanto, in Francia, la destra si rafforza. E cerca di creare una nuova classe dirigente, competente, capace, studiosa. In Francia.



Il Pdl non epura…

Gen 25th, 2013 | By

«Nessuna epurazione della destra nelle liste Pdl», rassicura Alfano.Per informazioni telefonare a Ronchi, Urso, Moffa, Viespoli, Murgia ecc…



Gianfry se ne frega!!!

Lug 12th, 2011 | By

L’uscita dal Fli di Urso e Ronchi (per dipanare i dubbi, diciamolo, non incarnano propriamente il mio ideale di militante politico) rende sempre più attuale un’allegoria che ho utilizzato mesi fa, quando, paragonando Gianfry al reverendo Jim Jones, ricordavo come questo santone, in preda ad un raptus di onnipotenza nei confronti dei suoi discepoli, portò al suicidio l’intera setta “Il Tempio del popolo”, oggi ben rappresentata in questa analogia da “Futuro e libertà”.