La sbornia antifascista
Apr 23rd, 2024 | By Faber
Il ‘caso oScurati’ ha destato le coscienze più sensibili alla sirena antifascista
Il ‘caso oScurati’ ha destato le coscienze più sensibili alla sirena antifascista
L’Onu ci riprova. Lo scorso 20 giugno ha approvato una delle tante risoluzioni che hanno buone possibilità di restare lettera morta. Questa volta nel mirino delle Nazioni Unite è un’orribile pratica assai diffusa nelle zone di guerra: la violenza sessuale a danno dei civili. Lo stupro viene definito una tattica di guerra «per umiliare, dominare, instillare paura, cacciare e/o obbligare a cambiare casa i membri di una comunità o di un gruppo etnico». Perciò, viene chiesto «a tutte le parti coinvolte nei conflitti armati la cessazione completa e immediata della violenza sessuale contro i civili, con effetto immediato». Il testo, in pratica, minaccia di portare i colpevoli di fronte alla Corte penale internazionale de L’Aja, chiedendo al segretario generale dell’Onu di preparare un rapporto per individuare «i conflitti armati dove la violenza sessuale è stata usata ampiamente o sistematicamente contro i civili».
Achtung! E’ arrivato in libreria un volume «da maneggiare con cura perché rischia di intossicare il lettore» (1). L’avviso ai bibliofili, riferito alla nuova produzione di Giampaolo Pansa, è di Miguel Gotor, docente di Storia moderna all’Università di Torino. E’ il settimo libro della saga sulla guerra civile che ha insanguinato l’Italia negli anni 1943/45 ed oltre, scritto questa volta con la veste di romanzo. Volumi che finora hanno venduto centinaia e centinaia di migliaia di copie ed anche “I tre inverni della paura”, dopo appena due settimane, è già in vetta alle classifiche. Un successo costante poco gradito a quelli che Pansa ha definito i ‘gendarmi della memoria’, impegnati nella missione di salvaguardare i dogmi della vulgata antifascista e resistenziale, che vuole i buoni da una parte ed i cattivi rigorosamente dall’altra. Si tratta di sentinelle dell’ortodossia, tanto spregiudicate da azzardare, come lo storico torinese Angelo D’Orsi, che «siamo in pieno ‘rovescismo’… fase suprema del revisionismo stesso».