Vorrebbero un 25 aprile condiviso e sentito da tutti gli italiani. Altri aspettano di celebrarlo anche nel ricordo dei sette fratelli Govoni di Pieve di Cento. Trucidati dai partigiani nel maggio 1945 perché accusati di essere stati fascisti, seppure solo due avessero risposto alla chiamata della Repubblica Sociale Italiana. Furono sottoposti a torture indicibili e poi linciati. Pochi conoscono e ricordano la loro storia.
In attesa di un onesto ricordo di cosa fu la guerra civile, loro continuano a festeggiare, sventolando le bandiere rosse e cantando “Bella ciao”, altri aspettano e invocano la verità.

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