In occasione dell’anniversario della caduta del Muro di Berlino, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha scritto una lettera aperta agli studenti, ricordando che quell’evento “segna il fallimento definitivo dell’utopia rivoluzionaria”, perché il comunismo “è nato come il sogno di una rivoluzione radicale verso un futuro di uguaglianza, libertà e felicità assolute e perfette, ma la sua realizzazione comporta ovunque annientamento delle liberta individuali, persecuzioni, povertà, morte. Regimi tirannici spietati, capaci di raggiungere vette di violenza e brutalità fra le più alte che il genere umano sia riuscito a toccare”.

Un semplice ripasso di storia, che è bastato per far insorgere la sinistra: “e allora il nazismo?”. A proposito del Muro di Berlino è opportuno un sintetico promemoria per gli smemorati ‘compagni’ del Pd e dintorni:

fu costruito dalla Germania comunista nel 1961;

furono numerose le vittime dei ‘Vopos’, la polizia popolare della Germania comunista, mentre cercavano la libertà oltre il muro;

la Germania dell’Est era un fedele vassallo dell’Urss, che per decenni ha foraggiato i comunisti italiani con tanti soldi;

dall’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche partivano i carri armati per sopprimere nel sangue le rivolte anticomuniste di quegli anni;

nella Germania comunista riuscivano ‘miracolosamente’ a fuggire, protetti anche dai compagni italiani, tanti terroristi ‘rossi’;

per decenni i comunisti italiani hanno taciuto su tutto ciò, eppure oggi in qualità di ‘ex e/o post’ (certamente esperti) non hanno il pudore di tacere.

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