Ma se il killer di Oslo fosse comunista non farebbe così orrore (Marcello Veneziani)
Gen 25th, 2013 | By Faber
Questa volta l’avete fatta sporca, amici e nemici della sinistra nostrana. Sui giornali di sinistra insistono da giorni a dare una connotazione politica alla strage compiuta dal mostro di Oslo. Ieri su la Repubblica, Michele Serra si è accodato a definirlo un delitto politico compiuto da «uno schifoso fanatico di destra », paragonandolo a Hitler e sostenendo che la pazzia di ambedue non cancella la matrice politica di entrambi. E sempre su la Repubblica Francesco Merlo ha definito Breivik la versione degenerata di Oriana Fallaci e dei giornali italiani di centrodestra, pur concludendo che si tratta di un colossale cretino. Non sono un fan della Fallaci e non ho fobie antislamiche e pulsioni nordico-occidentaliste, ma questo paragone che circola sottotraccia sulla stampa di sinistra e a volte affiora in superficie, mi pare davvero carognesco. Non ho mai pensato di giudicare, che so, il terrorista Cesare Battisti, la versione estrema di Bersani, Vendola, la Repubblica o di chi volete voi. E parliamo di un terrorista politico, mica di un paranoico come Breivik. Cosa differenzia un terrorista politico da un mostro malato di paranoia? Il fatto che il primo compie il suo atto nell’ambito di un gruppo e con il consenso di un’area da cui il gruppo attinge le sue leve, colpendo obbiettivi mirati e condivisi. Il secondo invece compie il suo gesto nella solitudine della sua mente malata, spesso colpendo obbiettivi che sono la proiezione della sua paranoia.

«E' molto difficile per un uomo credere abbastanza energicamente in qualcosa,

«Una volta nel gregge




