Il capriolatore Gianfry è riuscito anche nell’impresa di farmi sottoscrivere tante righe scritte da Vittorio Feltri. Un record dietro l’altro!!!

«…Madame Le Pen non si è mai agganciata a nessun carro. Ha creduto nella propria forza, nelle proprie idee, ed è andata avanti per la sua strada sicura di avere davanti a sé delle praterie da invadere. E le ha invase con tenacia, interpretando i sentimenti dei transalpini in modo corretto. Fini, poveraccio, è rimasto a secco. Peggio: non esiste più, scomparso, travolto dai propri errori macroscopici. Egli infatti, dopo aver raggiunto il 15 per cento circa dei voti, si è montato la testa. E l’ha persa.

Pur di andare al governo si è associato a Berlusconi, col contributo del quale ha ottenuto poltrone ministeriali e di sottogoverno, è diventato vicepresidente del Consiglio e successivamente presidente della Camera. Un’ottima performance sotto il profilo dell’occupazione del potere. Nel momento in cui Alleanza nazionale confluì nel Popolo della libertà, cioè nel partito unico di centrodestra, Fini si persuase di poter menare il torrone a piacimento. E tentò di esautorare il Cavaliere piazzandosi al suo posto o almeno di condizionarne l’attività, spostando a sinistra l’asse politico. Velleità. Errore tattico e strategico.

Oggi, l’ex presidente della Camera ed ex numero due del Pdl è fuori dal Parlamento: uno zero assoluto. Ha fatto una fine miserrima e difficilmente potrà risorgere. Mentre la sua omologa, Marine, che non ha mai mirato alle poltrone, bensì all’affermazione dei propri ideali – giusti o sbagliati che siano – sta strappando risultati mirabolanti. La coerenza e la fedeltà ai principi pagano. Purtroppo si pagano anche le deviazioni utilitaristiche: e il debito di Fini in questo senso è enorme, impossibile da saldarsi. Addio Fini. Brava Marine».

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