Leggo che la Croazia è il 28esimo componente dell’UE. Leggo anche moltissimi commenti entusiastici non solo dell’establishment governativo italiano ma anche di gran parte del mondo della diaspora giuliano-dalmata. Che i vari Napolitano, Bonino e politici al seguito gioiscano… non mi sorprende, come da anni ho smesso di stupirmi delle nefandezze del nostro “non popolo” e della nostra “non Patria”… ma che a gioirne siano esponenti di associazioni degli esuli o eminenti “acculturati” di origine giuliana, mi sorprende, invece, non poco.
Non comprendo quindi l’entusiasmo del presidente Fulvio Radin quando scrive che: “…tutti noi italiani torniamo uniti…”. Certamente parla a nome dell’ “Unione Italiana”, cioè dei discendenti dei cosiddetti “rimasti”… coloro che, a torto o ragione, scelsero Tito e la sua macelleria anti-italiana… e che oggi vorrebbero rappresentare anche coloro che invece, nella quasi totalità, scelsero l’esilio e l’ oblio. Così come non comprendo l’ANVGD che, per bocca del suo presidente Ballarin, dichiara “…chiuso un ciclo nefasto di odi e di inimicizie. Non comprendo il dalmata Enzo Bettiza quando scrive di “un timbro storico di chiusura finale di un’epoca”… o meglio lo comprendo benissimo in quanto è lo stesso Bettiza che su “la Stampa” di Torino, il 21 gennaio 2011, enfatizzava con evidente trasporto filo-slavo l’incontro a Trieste dei tre capi di Stato di Italia, Slovenia e Croazia, del 13 luglio 2010, quando si decise che si poteva anche non rendere omaggio al sacrario di Basovizza ma che era altresì doveroso omaggiare il “Balkan” incendiato da un non meglio precisato “fascismo di frontiera”.
Non comprendo il compiacimento di personalità come Renzo Codarin o Lucio Toth, addirittura a nome della Federazione di tutte le associazioni degli esuli, che si felicitano per il nostro MIUR (Ministero Università e Ricerca) che avrebbe proposto, per la seconda volta in pochi anni, un tema di maturità sul confine orientale, quando è stato dimostrato con numeri e percentuali che nessuno o quasi conosceva lo scrittore triestino Claudio Magris e che quasi nessuno dei maturandi ha optato per i temi in questione. Di tutto questo mi stupisco, da italiano non giuliano-dalmata che ha dedicato gli ultimi 18 anni della sua vita a scrivere e pubblicare libri sulle foibe e l’esodo.
Tante altre cose non comprendo, cari amici giuliani, ma forse è un mio limite e di questo mi scuso con voi… la presunzione del neofita mi aveva portato ad abbracciare una causa tanto impossibile quanto affascinante… Ricercare la verità nell’ oscurità di pagine di storia mai scritte…
Probabilmente ho fallito, ma non mi pento… siam fatti così…

Vincenzo Maria De Luca (ricercatore storico)

Un pensiero su “Croazia in Europa: cosa ci sarà da esultare??? (<i>Vincenzo Maria De Luca</i>)”
  1. Da esultare??? Nulla!!! neppure i croati esultano: solo il 13,8% esprimono soddisfazione. Ma finalmente tra Croazia e Slovenia i “confini” la Germania arrivano in Mediterraneo.

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