La vigliacca uccisione del senzatetto ghanese, ad opera di due sedicenni. La tragica morte del piccolo Manuel, per colpa di un giovane youtuber al volante di una macchina di grossa cilindrata. La terribile morte di Giulia, per mano del fidanzato nonché padre del figlio che portava in grembo.

Sono tre casi di cronaca che, seppure diversi nelle dinamiche e nella narrazione, rappresentano il frutto inevitabile della crisi di una malata società occidentale, dove si è imposto un modello privo di radici, moralità e valori, che ha perso il senso di comunità e l’orgoglio per l’identità e l’appartenenza.

Benedetto XVI fu profeta inascoltato: «La crisi è innanzitutto antropologica. Un uomo che ha perso ogni riferimento di fondo, che non sa più chi è »; «l’uomo europeo si è perso: nichilismo e relativismo si sono appropriati delle civiltà occidentale», dando vita ad un mondo sempre meno umano, sempre più post-umano e trans-umano.

La crisi della famiglia tradizionale, quotidianamente sotto attacco, e della scuola, trascurata e avvilita dallo Stato, non aiutano a confidare nel futuro.

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