Se oggi… marzo 2011… bombardamenti aerei chirurgici in Libia: «Siamo impegnati in un’azione autorizzata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu rivolta a reprimere le violazioni della pace»
Già ieri… novembre 1956… i soldati sovietici invadono Budapest (2.500 morti, 20.000 feriti e 200.000 profughi) e mentre “l’Unità” definiva «teppisti» gli operai e gli studenti insorti, Giorgio Napolitano (allora importante dirigente del Partito comunista) elogiava l’Unione Sovietica, sottolineando come i carri dell’Armata rossa contribuissero «in misura decisiva, oltre ad impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, a salvare la pace nel mondo»

vignetta di Alfio Krancic

Un pensiero su “Il Presidente sì che se ne intende…”
  1. …personalmente intendo che i politici di qualsiasi livello di “palazzo” non “se ne intendono più di altri” di politica, anzi, escluso qualcuno, sono tutti solo tromboni sfiatati che parlano attraverso la grancassa della stampa che ha interesse, per ottenere finanziamenti con denari pubblici, di lanciare qui e là messaggi che non superano le modeste basi logiche di uno studente medio delle scuole medie.
    Essere Presidenti e scontrarsi con se stessi, come l’articolo riporta, è quanto di più squalificante possa avvenire ad un uomo con cariche pubbliche.
    Purtroppo la passione di noi “peones” per la politica è grande, anche se quella espressa da Partiti e loro uomini è ributtante.
    kiriosomega

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