Consiglio disinteressato
Ago 21st, 2022 | By Faber
Della serie “brutte notizie”. Con fiamma e Ciocchetti, i Fratelli d’Italia avrebbero potuto fare un bel falò tricolore. Meno male che Silvio c’è…
Mentre in Parlamento, i ‘grandi’ (con Silvio plaudente in prima fila) insaponano la corda per impiccare l’Idea con tutta la Comunità che la rivendica, a ‘destra’ proseguono le corse solitarie, ben accompagnate da rispettivi dispettucci, degni dei migliori ‘remigini’. E per lasciare traccia delle rispettive posizioni, una ‘lettera aperta’ non si nega a nessuno: Giorgia Meloni ha scritto a Storace, Romagnoli alla Meloni e così via… Un profluvio di righe, ben condito da tweet e post al fulmicotone, soprattutto dei più focosi tra i rispettivi tifosi. Sembrerebbe una farsa, ma assume più la forma di una tragicommedia nella quale gli attori si credono indispensabili protagonisti, senza rendersi conto che a breve potrebbero diventare semplici comparse della politica nazionale.
Un tempo sognavamo un partito nazionale e popolare, sociale e futurista. Capace di sintesi. Popolo e Nazione. Modernità e tradizione. Comunità e Tecnica. Destra popolare e sinistra nazionale. Berto Ricci ed Enrico Mattei. Beppe Niccolai e Niccolò Macchiavelli. L’Olivetti (quella vera) e il Colosseo. Un magnifico passato e un futuro da tutto costruire. Nuovi linguaggi e nuove culture, l’indipendenza nazionale, il primato italiano. Sognavamo un partito differente ed intelligente. Un partito mai massimalista e nemmeno moderato. Un partito libero da inutili nostalgie ma fiero di radici profonde. Un partito rivoluzionario. Il Partito dell’Italia nuova. Le cose sono andate in modo diverso. Lo sappiamo. Conosciamo sin troppo bene i percorsi e i ricorsi, le mediazioni (inevitabili) e le cadute (evitabili). Sappiamo tutto. Abbiamo visto tutto. Sino al disgusto. Nessuno si permetta di fingersi innocente. L’infallibile ha fallito e oggi gioca con le sue bimbe. Lasciamolo in pace a godersi la sua tardiva paternità. Dimentichiamolo. Amen.
Con sprezzo del pericolo, Fratelli d’Italia riannette la fiamma ed organizza il suo congresso proprio a Fiuggi. Proprio scaramantici…
Le primarie di Fratelli d’Italia sanciscono il ritorno della fiamma tricolore nel simbolo. Erano necessari i gazebo per capire la valanga di e/orrori commessi da Fiuggi al predellino?
Il virus delle primarie si è diffuso maldestramente anche a destra. La corsa a far eleggere il ‘capo condomino’ dagli ‘inquilini’ dei ‘palazzi vicini’, già sperimentata dal Pd, è piaciuta assai anche ai Fratelli d’Italia, che, nonostante provengano da una tradizione dove aleggiano valori come identità, gerarchia ed appartenenza, credono di dare maggiore legittimità al proprio ‘condominio’ facendo votare tutto il ‘comprensorio’.
Elezioni regionali in Sardegna: «L’accettazione della candidatura può rappresentare per me un riferimento anche sentimentale, alla ‘fiamma’ come simbolo sia del Movimento Sociale Italiano dell’indimenticabile Giorgio Almirante, sia di Alleanza Nazionale» (“L’Unione Sarda”, 14 febbraio 2014). Parole struggenti. Evidenziano un grande pathos ed una motivazione interiore che nasce dal profondo. Sono state pronunciate da un 75enne, già plurideputato e consigliere regionale, che ha deciso di non concedersi tregua. Unica piccola dissonanza: si è candidato con Forza Italia. Un vero ‘idealista’, uno con l’idea fissa della lista…
Hanno provato con elefantini, coccinelle, cordini tricolori e minestroni insipidi. Ma quella che scalda ancora è la fiamma tricolore…