Ho un dono e ve lo dono
Apr 21st, 2024 | By Faber
La ‘generosità’ che fa bene al cuore…
In effetti, come darle torto… La tempestiva telefonata del presidente Mattarella al padre di una dei 2.663 italiani detenuti all’estero (oltre il 30% ancora in attesa di giudizio, quindi non necessariamente colpevole, ma neanche certamente innocente) ha destato impressione e non solo…
Dopo i cinque minuti telefonici dedicati al caso della detenuta Salis (accusata a Budapest di far parte della “banda del martello”, responsabile di violente aggressioni in nome dell’antifascismo militante), all’imparziale presidente Mattarella basteranno appena 13.310 minuti (221 ore circa, poco meno di 10 giorni) per dare riscontro alle lettere che saranno già arrivate e arriveranno dai familiari degli altri 2.662 italiani detenuti nelle carceri di tutto il mondo.
Nei salotti buoni e scandalizzati delle trasmissioni televisive che parlano del processo di Budapest non ho ancora sentito parlare della “Hammerbande”, la banda del martello. Gli eredi vigliacchi degli assassini con la Hazet 36 (chiave inglese che prendeva il nome dalla sua misura).
Da anni e anni si impegnano, circondati da un pressoché totale silenzio mediatico, per impedire e/o interrompere ‘democraticamente’ gli eventi culturali e politici che si organizzano a destra. Ora che gli arcinoti antifa vestono anche i panni degli antisemiti, i media progressisti se ne accorgono e si agitano scandalizzati.
Sono iniziate le pratiche per il conferimento della medaglia d’oro al valor loggionista per il cittadino che, con elevato sprezzo del pericolo, incurante della propria incolumità e nonostante il regime persecutorio che incombe sui cittadini che partecipano alla Prima della Scala, non ha esitato, impegnando ogni risorsa vocale, ad inneggiare all’Italia antifassista, contribuendo a salvare la democrazia in pericolo. Chiaro esempio di elette virtù civiche e altissimo senso del dovere.
Dopo fiumi esondanti di pubblicità ‘politicamente corretta’, ‘multiculturale’, ‘arcobaleneggiante’, finalmente (e miracolosamente) uno spot che, seppure offra un ritratto di una famiglia in crisi, vista con gli occhi innocenti di una bambina, si affida all’immagine di una famiglia naturale.
Adesso ho capito chi scrive i testi di Paolo Berizzi…
Assecondare l’ennesima strategia censoria del mondo progressista è un grave errore dell’area governativa. Indebolire la capacità di reazione renderà vano qualsiasi successo di stagione.