Colta da una crisi di astinenza da scranno, da settimane Daniela Santanchè si agita senza tregua per favorire un suo recupero nel fulcro della politica nazionale. Inizialmente, ardimentosa ha provato un impensabile recupero all’interno del Governo, ma – nonostante un’auto-promozione degna del miglior programma di intrattenimento Mediaset: «Se Berlusconi dovesse ritenere di offrirmi un ruolo operativo accetterei volentieri» (1) – l’obiettivo è apparso da subito particolarmente in salita. Senza scoraggiarsi, l’ex candidata premier de La Destra, con un tempismo degno di migliori bersagli, ha archiviato la proposta – «Non mi interessa fare il sottosegretario, non è questo il punto. L’ultimo dei miei problemi è il posto» (2) – e sta pensando di riciclarsi come co-protagonista nella festa per la nascita del Popolo delle libertà: «Abbiamo il compito di partecipare con i nostri valori e la nostra identità alla costruzione del Pdl» (3). Per realizzare il nuovo obiettivo, ha quindi deciso di candidarsi alla segreteria del suo partito, in occasione del prossimo congresso di novembre, saccheggiando a piene mani il dizionario di Monsieur de La Palisse: «Per me e i sostenitori della nostra mozione essere di destra vuol dire mirare a governare…» (3).
Nonostante la lontananza dal Palazzo, la ‘pasionaria’ di Cuneo non ha però dimenticato le buone abitudini dei politicanti: dire oggi per smentire domani. Meno di un mese fa aveva precisato che «a me delle poltrone non interessa nulla. Io non mi candido a fare il segretario del mio partito, non mi interessa. Anzi, credo sia sacrosanto che il segretario del mio partito continui a essere Francesco Storace» (2) e qualche mese prima: «Ho un’ambizione grande, vorrei diventare il capopopolo della destra italiana, tradita da Fini. Nella mia campagna elettorale ho incontrato migliaia di militanti con il cuore sanguinante, noi abbiamo ridato loro un casa» (4).
Nella sua pragmatica visione, questa casa non è più rappresentata dal partito identitario, che aveva coraggiosamente deciso di candidarla come premier alle elezioni politiche, ora si chiama Pdl. Proprio quel ‘partito del predellino’ che la Santanchè aveva energicamente respinto da subito perché «…nella vita non tutto è in vendita e io alla mia identità non rinuncio… Oggi cosa dovrei fare? Mischiarmi a quella marmellata del Pdl? No, meglio sola, meglio capopolo che ministro in quel minestrone» (5). Talmente decisa da ergersi al ruolo di maestra di vita: «Indietro non si torna. Vedo un sistema di valori minacciato da tutte le parti e sento la responsabilità di difenderlo. Ma chi la conosce più la parola responsabilità…» (5).
Invece, in maniera paradossale ed irresponsabile, tanto ha detto, tanto ha fatto, ma alla fine al Cavaliere gliela vorrebbe dare… la sua iscrizione al Pdl.
Sono tante le incongruenze e le contraddizioni di questo improvviso (ma non imprevedibile) cambio di rotta e gli accadimenti non fanno altro che confermare i dubbi emersi durante la campagna elettorale, quando Daniela si impegnò assai nel trasformare il dibattito politico nel festival del battutismo, in piena sintonia con la moda inaugurata dal Cavaliere. Ciò non sorprese, lei si è da sempre dichiarata una fervente seguace: «Berlusconi è un genio che non va interpretato. Ha il merito assoluto di avere ribaltato i modi di fare politica… Un capopopolo più che uno statista. Tra il guru e il mago» (6).
Ma dopo gli show elettorali (un linguaggio decisamente trash, i giudizi prettamente estetici su Walter Veltroni, i tacchi a spillo durante la visita al campo nomadi di Roma e si potrebbe continuare…), ha meditato un rapido ritorno all’ovile riappropriandosi del politically correct, tanto disprezzato in campagna elettorale – «…non è il linguaggio del popolo» (7) – come fosse convinta che il potenziale elettorato del suo partito fosse popolato di zotici e cafoni.
Che alcuni suoi contenuti elettorali fossero più ammiccanti ai potenziali votanti che vissuti interiormente, lo aveva ben evidenziato la facilità con la quale era ripetutamente scivolata sulle viscidissime bucce di banana che l’esperto sistema dell’informazione le aveva disseminato lungo il cammino della campagna. Tanto che, in tempi non sospetti, SPIGOLI avevo sottolineato che “la battaglia di questo appuntamento non è quella di stabilire le capacità, l’affidabilità e l’ortodossia della Santanchè, ma quella di contribuire a salvaguardare un’identità, di utilizzare il proprio voto per preservare una memoria, di combattere per non far archiviare maldestramente una storia. Poi arriverà anche il tempo delle verifiche e degli esami” (8).
Questo tempo è arrivato e sono fortissimi i dubbi che l’esame verrà superato. Quanto rammarico e quanti rimpianti nel constatare che la coerenza non fa parte neanche del bagaglio etico-politico della Santanchè, altrimenti saprebbe cosa fare rileggendo la sua risposta all’ipotesi che non superasse lo sbarramento elettorale: «Allora vuol dire che ho sbagliato tutto e andrei a casa. Sarebbe una grossa delusione, per imbarcarmi in questa esperienza ho lasciato un posto sicuro da deputata…» (9).
Intanto, si è aperto uno sterile dibattito sulle motivazioni che possano aver indotto la Santanchè ad ergersi all’interno del suo partito come strenua paladina del Pdl, un’improvvisa infatuazione che l’ha spinta addirittura a tifare per il rivale, colui che l’ha sconfitta senza neanche concederle l’onore delle armi: «Questo Governo è il mio Governo» (2). Il duello più accanito è tra chi evidenzia la sua personale e sfrenata ambizione e chi la veste da ‘quinta colonna’ berlusconiana in missione per frantumare La Destra. Rischia di essere tempo sprecato, se – letti i numerosi commenti degli aennini e anche di tanti azzurri – l’onorevole prodigio di Cuneo facesse la fine della Bella di Torriglia, che tutti la vogliono, ma nessuno la piglia.

1) Il Giornale, 21 luglio 2008
2) Il Giornale, 27 luglio 2008
3) Apcom, 22 agosto 2008
4) Il Secolo XIX, 7 aprile 2008
5) Oggi, 19 marzo 2008
6) Il Giornale, 17 dicembre 2007
7) La Repubblica, 15 marzo 2008
8) SPIGOLI, 5 aprile 2008
9) Liberazione, 4 aprile 2008

20 pensiero su “La Bella di Torriglia”
  1. come previsto la signora(sic) ha buttato la maschera mostrando la sua vera faccia e pensare che qualcuno la vedeva pronta alla rivoluzione proletaria e Fascista, ma per carità, se ricordi avevo espresso a suo tempo perplessità su costei, che torni presto dai suoi amici del bilioner o come diavolo si chiama, daltronde proviene da li, e ci lasci in pace.
    Piuttosto vediamo che al più presto a Destra di AN si formi qualcosa di serio per persone serie, in fretta prima il blob del pdl ci sommerga.

  2. dopo la sbornia elettorale la signora ha finito di fare la fascista

  3. Santan… che?

    Pero in discoteca mi dicono che è brava. Leggevo su Libero proprio oggi, forse era ieri, che ha litigato con il socio. E’ rimasta ai box, pure li.

  4. …però mi fa tanto ridere: ma come un’ovazione per lei quando ha deciso di entrare nella destra, rivalutata come fosse “non tanto oca, con valori etc.. etc…” e adesso diventa la bella di torriglia … potevano pensarci prima ad accasarsela, dove sta la novità che i leader oramai si scelgono in base alla popolarità e al numero di voti che portano?????

  5. La Santanchè non mi ha mai entusiasmato e sicuramente non era e non è la persona adatta per rappresentare la “destra”.
    Ora vuole tornare da Silvio,lo stesso che la comprò da An e la portò da Storace.

    Storace, da militante di An quale sono, lo apprezzo tanto, ma non ho capito perchè abbia voluto compiere dei passi all’indietro quando a Fiuggi aveva compito dei passi in avanti. L’alleanza con la Fiamma Tricolare la ritenevo inaccettabile: la vera dimensione di Storace è un partito come An primo stampo. Alleandosi con Romagnoli ha fatto solo un passaggio verso tempi ormai sepolti.

    Buontempo, invece, per il suo passato da militante duro e puro gode della mia massima stima. Penso che il suo passaggio a ‘leDestra’ sia dovuto solo ed esclusivamente a ragioni di cuore e non per altro.

    Ma la verità è un’altra: ‘laDestra’ è un partito nato male. E’stato fondato sotto la spinta decisiva di Berlusconi, che in quei giorni sognava un grande partito coalizzato con partiti minori, escludendo An e Udc. Dopo di che, i patti sono stati traditi ed ora un partito dell’1% rischia di frammentarsi.

  6. La Santanchè è un altro bel guscio vuoto, un’altra carta argentata senza la cioccolata, non la paladina che diceva di essere. Non dico che io ci abbia creduto, ma che ci ho sperato, quello si. Non badavo affatto alle voci su di lei che la deridevano e, lo ammetto, l’ho difesa a spada tratta contro gli insulti dei maschilisti o delle invidiose…perchè volevo credere in lei, non volevo bruciarla prima che avesse il tempo di dimostrare di che pasta era fatta. Ora che ho visto di che pasta era sono delusa, ma non più di tanto..forse perchè ormai la politica mi ha abituato alle delusioni. Un leader vero prima o poi ci sarà. Non dico un altro Giorgio Almirante, ma qualcuno un pò più coerente e sincero di questa marmaglia di quaqquaraqquà che popola i palazzi del potere prima o poi dovrà saltare fuori. Aspetterò………………

  7. ma non era la portavoce del MIO partito ? io sto a Destra ! chi vuol così essere rappresentato non ha che da votare per il defunto AN ( nel minestrone del PDL …. )

    Sonia Avolio – portavoce de La Destra – Pisa

  8. ben scritto il tuo articolo , peccato che in politica x santanchè come per tante e tanti altri, non abbiano inventato ancora un’ arma pacifica per lo smascheramento agli occhi della moltitudine ..l’integrità etica o morale non puo’ essere un valore venduto per questo o quel denaro o mancanza e riacquisione di potere( potere che cosi inteso ,a che può servire ? amigliorare le sorti di chi?neanche dei propri eletti,parte minore o maggiore del popolo italiano a seconda del numero dei voti)– questa interezza non è un valore tutto d’un pezzo che non sta alla destra o alla sinistra..ma è semplicemente centrale ai valori universali della dignità umana e con esempi alla santanchè non si danno quei modelli integri di cui ha bisogno la società civile italiana..non è neanche vero che prima o poi queste persone la pagano cosi smarrite per crisi di potere o denaro ( quest’ultimo o gli affari nn credo siano il movente per chi ne ha già come la persona in questione, quindi Santanchè deve avere solo voglia di protagonismo x cavalcare sempre e cmq “la scena e lo scenario” politico) ..prendo una donna opposta alla destra , era la majolo..impegnata piu che a sinistra ,nell’ultrasinsitra e mi chiedo ancora come ha fatto ( forse in questo caso regge solo il denaro e la campagna acquisti a sinistra dal psi a piu a sinistra, teorizzata gia da gelli) ..come ha fatto a passare a forza italia? allora anche a forza italia sarà una venditrice di fumo o fuffa.. quando era e si batteva per i deboli, gli oppressi in certi carceri indecenti perche gia allora nn ne costruivano a sufficienza ecc ecc, non era per una società piu equilibrata e piu forte nel senso buono del termine..era una qualunquista di sinistra o come una qualunquista di destra la santanchè..solo il gusto di esserci , per caso capitate in quel momento a transitare in quel mondo di idee e punti di riferimento per queste o quelle piccole o grandi aggregazioni di persone con quegli ideali .
    ritengo la vostra santanchè prevedibile come altri personaggi politici, nei suoi trasformismi..è la mutazione psiche anima che ha colpito molti animali umani da destra a sinistra, e che dai politici si è trasferita casusa bombardamento media agli ascoltatori,lettori, consumatori,nonchè elettori di politici peraltro senza preferenze, quindi anche se improvvisamente questi elettori ( i prossimi del pdl) fossero piu critici con una lettura biografica dei loro presenti / futuri eletti, con questa legge nulla possono e si beccano oltre che gli inquisiti o opachi da affari politica, anche quelli alla santanche’ ( chè nn è la sola) che solo per questione narcisistica si trovavano a “passare di là” diciamo-
    saluti e grazie del tuo sito , scritti e bloggers 🙂

  9. Davvero una bella analisi con ricostruzione temporale delle dichiarazioni incoerenti…non che in politica ci siano dei maestri di coerenza…

    La nascita della destra per quanto coraggiosa è passata per le mani di arrivisti come la bella dama di torriglia…
    Da un punto di vista politico e di storica però, per quanto lo ammiri, non posso capire storace che a Fiuggi mi cercava di convincere Enzo Erra ad accettare la svolta di An, e adesso mi fa una marcia indietro così pesante…lo avrei preferito ancora in An a rafforzare la corrente di Destra Sociale
    Per quanto riguarda la dama, la sua storia politica non esiste se non all’ombra del Cavaliere…quindi come ha giustamente scritto qualcuno, altro non è che una “quinta colonna”, auguro quindi che i delegati della destra al congresso (pur non condividendo il loro progetto politico), sappiano votare bene la scelta del segretario…

  10. Massimiliano, come me hai letto ‘La fiamma e la celtica’, vero?
    Lo deduco dal fatto che hai scritto che Storace cercava di convincere Erra ad aderire ad An.
    E ti aggiungo: e quando Storace nel ’93 scriveva: “Piantare la nostra bandierina nobile, ma sterile, ci regalerebbe altri 40 anni di opposizione” ?

  11. Daniela è positiva. Lasciate la volgarità ai rossi. Ricordate che noi, almeno chi di noi si riconosce nel conseguito diritto di berciare, dopo il dovere compiuto del sacrificio, non abbiamo fatto nulla, ma proprio nulla, per impedire la presente deriva culturale. Non abbiamo letto. Non ci siamo abbonati ad Area. Non abbiamo comprato “Lo Stato” di Veneziani, non ci siamo indignati contro Feltri e Ferrara quando avennero i tristi fatti somali. Io si, da solo e quindi isolato. Un facile boccone per i boscevichi alle ostriche, avendo costoro il cuore vicino al culo. Ma cosi non è stato. Ho reagito. Reagirò. Non ho firmato alcuna resa senza condizioni. Non ho tradito. Anche se tutti, io no! Beppe Donia

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