La Fondazione Alleanza Nazionale ha votato all’unanimità per Italo Bocchino promuovendolo nuovo direttore editoriale del “Secolo d’Italia”.
Non sorprendono Altero Matteoli e Maurizio Gasparri (ormai irrecuperabili e convinti ‘forzitalioti’, quasi peggio del Fli di Italo), potrei capire Gianni Alemanno (alle elezioni Europee, Italo era un suo ‘grande elettore’) ed Ignazio La Russa (suo sodale da quando Italo portava i pantaloncini corti e la borsa di Gasparri), ma Giorgia Meloni proprio non la capisco.
Le consiglio un’attenta lettura del best-seller bocchiniano “Una storia di destra”, ricordandole che Italo, presentandolo in tv durante la trasmissione “Che tempo che fa”, disse qualcosa di finianamente inequivocabile: «Mi sento antifascista perché il fascismo ha inquinato la destra normale: un mio coetaneo, anni fa, inglese, francese o spagnolo, ha potuto avere una destra normale e moderna. Io no perché essere di destra significava essere fascista»…

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