Le fazioni proseguono a marciare separate, senza risparmiarsi anatemi reciproci e velenosi. Le truppe in periferia non sono da meno e la rete è il loro campo di battaglia. Tutto è cominciato in occasione delle recenti elezioni politiche, quando il poco tempo a disposizione non consentì a Fratelli d’Italia e La Destra di trovare un accordo su liste, collegi et similia. Si presentarono presuntuosamente separati, seppure fedelmente berlusconiani, piazzando per il ‘rotto della scheda’ appena nove deputati di FdI. Con annessa ed inevitabile tragicommedia sulle opzioni nei collegi: per saperne di più chiedere al barese Marcello Gemmato.
Neanche nei mesi successivi, il clima si è rasserenato. Forti dell’ingresso in Parlamento, i Fratelli d’Italia hanno avuto maggiore risalto mediatico, anche sfruttando un evento collaudato come “Atreju”, ex raduno giovanile di Alleanza nazionale, per troppo tempo ‘obbligata’ vetrina finiana e berlusconiana. Perciò, hanno finora preteso di svolgere il ruolo di battistrada.
Proprio in occasione della festa al Parco del Celio si palesò una criticità tutta romana con l’esclusione di Storace dalla lista degli ospiti. A rappresentare La Destra fu invitato Nello Musumeci, che declinò fermamente l’invito motivandolo con il «mancato invito del segretario del mio Partito», seppure ringraziò Giorgia Meloni per «l’impegno profuso per tentare, assieme ad altri, di ricostruire un soggetto politico unitario di destra, che possa non essere condizionato da immotivate preclusioni nei confronti di alcuno, specie nei riguardi di chi ha saputo testimoniare negli anni onestà, coerenza e spirito di rinuncia».
Intanto, ad Atreju nacque “Officina per l’Italia”, progetto multiculturale di ardita semplificazione, mentre i trascurati indispettiti, da Storace a Menia, passando per Poli Bortone e Tatarella, progettavano l’unione in una Federazione battezzata “Movimento per Alleanza Nazionale”, con l’esplicito obiettivo di recuperare nome e/o simbolo della defunta An. Iniziativa che secondo Storace ha nel «manifesto degli intellettuali che circola nei nostri ambienti una proposta politica e culturale di riferimento». Dimentica, però, che i principali ideatori del manifesto, Marcello Veneziani e Renato Besana, stanno partecipando all’Officina rampelliana.
Dalle due diverse strade scaturì una silenziosa tregua armata, rotta chiassosamente da Storace, furibondo per il mancato accordo alle regionali in Basilicata, che «lascia capire quante chiacchiere a vuoto si facciano sul rinnovamento, sui rottamatori, sull’archeologia politica». In Lucania, Fratelli d’Italia si è organizzata in un ardito trittico, alleandosi coi montiani di Scelta Civica (seppure oggi orfana di Monti) e coi miccichiani di Grande Sud (artefici scostumati della sconfitta di Musumeci alle regionali in Sicilia). Scelta motivata con la peculiaritá del «quasi bipolarismo» della Basilicata e con la forte speranza di spezzare il monopolio della sinistra che dura da mezzo secolo. In veritá, per chi ha fatto della lotta al moderatismo una priorità («Non possiamo permetterci il lusso di essere moderati», rilancia Giorgia Meloni ad ogni uscita pubblica) aver organizzato non una semplice coalizione, ma una lista unica coi supermoderati centristi non può certo rappresentare un vanto.
«#Senzaparole», ha ironizzato Storace parafrasando l’hastag di Fratelli d’Italia, provocando su facebook la stizzita reazione di Fabio Rampelli: «Ma perchè non pensi a te e al tuo partito?». Con una giustificazione che ha un leggero sapore di vecchia politica: «Non ci trovo niente di sconcio a fare alleanze di vario genere quando il sistema elettorale prevede coalizioni».
In verità, proprio La Destra alle Europee del 2009 fu arditissima con un’alleanza supercentrista col Mpa di Raffele Lombardo e l’Alleanza di Centro, creatura di Francesco Pionati, con l’obiettivo mancato di superare lo sbarramento del 4%, e, dulcis in fundo, il suo segretario regionale in Basilicata è Corrado Danzi, ex senatore Udc. Insomma, uno scontro all’insegna del “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
Che stesse per tornare la quiete dopo la tempesta, lunedì 21 ottobre, lo prefigurava Storace su facebook: «Comunque ha ragione Nello Musumeci. A destra bisogna smettere di litigare. Basta armarsi di santa pazienza e ritroveremo l’unità. Fra tutti». Si riferiva ad un pezzo pubblicato nel suo blog dal politico siciliano, che si domandava «È ancora possibile un dialogo a destra?», dove annunciava di aver accettato su mandato di Storace «il compito di tentare un ragionamento comune con Giorgia Meloni», evidenziava, riferendosi a Fratelli d’Italia, che «da una parte si continuano a privilegiare immotivate chiusure ed eloquenti silenzi», e lanciava un invito, non troppo velatamente rivolto a Storace, «a restare in silenzio (almeno in pubblico) fino al 9 novembre».
Data prescelta da entrambe le milizie per le due manifestazioni nazionali di presentazione delle iniziative, occasione ghiottissima per la conta come sport preferito dalle tifoserie. Invece, miracolo catanese, giovedì 24, Giorgia Meloni ha annunciato che la presentazione del programma di Officina per l’Italia viene rinviata al 16 novembre, incassando l’immediato apprezzamento di Storace: «Conferma che si vuole dialogare e non litigare. La nostra manifestazione sarà rispettosa di un atteggiamento di confronto positivo. Assieme si potrà arrivare a una discussione serena che ridarà anima e fiducia aduna intera area politica da troppo tempo non rappresentata adeguatamente». Prove tecniche di unione, al di là di ruggini, personalismi, antipatie e rivalità? Forse…
“Marciare per non marcire”, intimava Marinetti, e la situazione nazionale ed europea impone un atteggiamento militante per difendere le posizioni di chi vuole opporsi alla finanza speculatrice, alle banche che minano la sovranità nazionale, all’Europa tecnocratica, alle ingiustizie sociali, all’immigrazione selvaggia, alla decadenza dei valori della persona e della famiglia.
Il rischio che corrono officine e federazioni è quello di marcire separate ancor prima di terminare la marcia.

32 pensiero su “Marciare uniti per non marcire…”
  1. A dire il vero vedo sì la separazione ma non intravedo alcuna marcia. Io noto solo dei tatticismi per andare a recuperare parte dell’implosione del centrodestra data per scontata. A me pare che il più vivo sia uno zombie

  2. Ben lieto che si torni a dialogare, ma la mia sensazione è che, o ci si mette nell’ordine di idee di ragionare in termini di centrodestra puntando ad una formazione alternativa, e non complementare, al PDL o a FI, quale che sia, oppure ci si condanna ad un futuro identitario, dignitosissimo, per carità, ma sterile e, probabilmente, di nicchia. No ad una nuova A.N. che sarebbe solo una “minestra riscaldata” e che ha già palesato i suoi limiti; ma anche no all’involuzione di FdI, che, nato di centrodestra, si sta trasformando in uno dei tanti pezzettini della destra in perenne polemica con gli altri microbi della medesima galassia con una sola differenza: una foglia di fico liberale sul pube, che risponde al nome di Guido Crosetto. Ci vuole più coraggio….

  3. Non sono d’accordo Adriano. Non è la “destra di sistema” ad essere fallita perché essere di destra nel sistema – senza rompere i coglioni come facevano Berlusconi e Bossi – non presenta alcun inconveniente per una routine politica. Quello che è fallito – o meglio quello che non è mai esistito – è un criterio politico di qualsiasi tipo, anche di complicità con Goldman Sachs. Tutta la destra (istituzionale e radicale) non è guarita dai morbi contratti durante il neofascismo: suoerficialità, soggettivismo, spacconeria, autoreferenzialità e complessi psichiatrici. Sono tutti allo sbando perché è stato messo all’angolino Berlusconi. dal 1972 in poi, almeno, tutto questo mondo è vissuto di rendita per la presenza di un elettorato nostalgico e in scia alle azioni altrui (alleate o nemiche) e mai come ora che non ci sono alibi o maschere la totale inconsistenza risulta evidente.

  4. Scusami se contesto ma è uno dei soliti luogh comuni del tutto infondati. E’ solo la forza che fa l’unione perché attare i piccoli o li disintegra; il contrario nella storia non è mai accaduto e non corrisponde alla tipologia umana. Ma il problema è che non c’è nessuna forza e nessun’aambizione di forza, è tutto un vivacchiare.

  5. Ho sempre pensato che l’unione fa la forza ma io vedo tutta gente vecchia epronta solo a lottare per mantenersi la poltrona.Io voglio una destra che nasca dalla base

  6. Caro Gabriele, se ti soffermi sulla destra che ha cercato sfoghi elettorali hai perfettamente ragione, anche perchè l’unico partito che ha fatto politica elettorale su valori che genericamente vengono definiti di destra è stato il MSI tutti gli altri sono stati o tentativi abortiti o metodi per risolvere carriere personali(alleanza nazionale). Se invece ti riferisci a tutto un variegato mondo, che non è possibile definire di destra, e che dagli anni 70 in poi ha cercato di costruire su basi politiche un’alternativa sociale e identitaria alla crisi epocale che si affacciava, sei fuori strada. Certo il neofascismo è stato disinformazione e superficialità, e non a caso parecchie componenti di quel mondo hanno preso le distanze dal neofascismo nostalgico ed autoreferenziale. Ma le idee che ci ricollegano alla enorme tradizione del pensiero europeo hanno continuato ad avere estrinsecazione politica nonostante le forze più rappresentative di quella storia abbiano tolto la maschera e lasciato disorientato gran parte del nostro popolo.Oggi il gioco politico è molto più semplice da capire ma difficile da realizzare. Destra e sinistra sono al governo per svendere l’Italia, lo stesso si sta realizzando in varie parti del mondo: è il nemico che toglie la maschera. Parlare di fallimento della destra di sistema mi pare il meno.

  7. Descrizione attenta e dettagliata del teatrino tragicomico che è la dx italiana oggi….. Grande Fabio è sempre un piacere leggere le tue analisi politiche!!!

  8. Temo non abbiate chiaro quello che sta accadendo in Italia. Fra 10 anni dubito, se non poniamo un freno, ora e subito, che l’Italia esista ancora.Preparare i quadri e occupare il territorio è indispensabile, ma non basta. Servono anche una concreta presenza politica e uno strumento che capitalizzi anche in termini elettorali il lavoro sui territori. (Intendendo per territorio, non solo quello geografico ma anche e soprattutto quello sociale)

  9. Grazie per la ricostruzione, anche se mi hai fatto venire il mal di testa…..ma è obbligatorio fare le strane alleanze per vincere le elezioni? E dopo che le hai vinte cosa fai? Fai come A.N.? Senza un progetto politico, succube degli alleati, unico obiettivo raggiunto ricche poltrone per qualcuno e consulenze ben pagate per i suoi amichetti: è il sistema, ma non eravamo contro questo sistema?

  10. Roberto l’importante è che tutti i colonelli e i loro referenti regionali di corrente siano tutti “sistemati”… poi quel che ne pensa la base è un dettaglio trascurabile…. ora abbiamo decine di partitini che contano più iscritti che elettori…. peró le poltrone son salve….

  11. Da militante io credo che ancora una volta le nostre aspettative sono altamente disattese . A destra si riesumano nomi simboli e uomini di una tragica stagione per motivi affaristici , alla fne chi entrera in pieno possesso del titolo gestira il patrimonio economico di famiglia .Mentre gli uomini di un tempo torneranno in parlamento , a blaterare indebitamente di Patria per accontentarci e tenerci buoni , la sinistra continuera indisturbata l opera di distruzione morale e sociale di cio che ancora resta della nostra amata Italia

  12. Ricordiamoci che a destra è tutto morto esistono loschi figuri che fan finta di rilanciare certe idee col solo scopo di non perdere la loro poltrona in regione o da qualche altra parte..bisognerebbe fare tabula rasa e ricominciare da zero ma nessuno dei piccoli ducetti..farà mai un passo indietro……

  13. Giusto per citare le formazioni piu note cosa accomuna un militante della Fiamma , da uno di FN , un militante de La Destra da uno di Casapound, ? La lotta contro i nemici dell Italia . Se i ducetti sono troppo impegnati a rosicchiare la carne dall osso ….si dia spazio alle basi che siano le basi a decidere chi deve rappresentarci degnamente

  14. Un analisi precisa e dettagliata con le ambizioni e le debolezze umane davanti ai residui di un potere d influenza e giunto il momento, davanti alla crisi massima del capitalismo finanziario se vogliamo realizzare un Umanesimo del Lavoro con la nostra altenativa sociale e popolare di passare il testimone ad una Nuova generazione perche non si puo disperdere un patrimonio di Uomini e di valori per un egoismo di parte e sopratutto personale.

  15. Sono d’accordissimo che l’unione fa la forza; ma ci vuole anche un pò di umiltà. Se tutti i piccoli partiti della dx si riunissero per contrastare la sx e cercare di portare una ventata nuova a questo paese, ben venga. Ma i piccoli si devono metter d’accordo per trovare una guida unica, altrimenti..resteranno separati.

  16. l problema secondo me non risiede nella leadership ma nella coerenza delle idee, non ci uniamo perche qualcuno, giustamente, non gradisce il comportamento di chi contemporaneamente fa il fascista e il liberaldemocratico.
    Non si puo servire Dio e Mammona recita la Bibbia, quindi o fai il fascista oppure continui a serrare le fila della liberaldemocrazia

  17. Può darsi, i rappresentanti però di tutti noi camerati delle varie corporazioni, movimenti, anime.dovrebbero riunirsi in una confederazione.e cercare dei punti in comune..

  18. Le basi sono pure ed esenti da loschi giochi d affari …..corporativamente dalle basi potrebbe emergere il vero leader

  19. Blocco Nazionale, Fronte di Salvezza Nazionale etc… I nomi ci sono: necessitano uomini, i programmi anch’essi ci sono.

  20. Personalmente non mi riferirei mai alla Bibbia perché fortunatamente vengo dall’alto e da lontano. Ciò chiarito il problema non è di scegliere chi servire ma di scegliere di non servire. E per farlo bisogna saper riconoscere ed essere presenti a se stessi. Cosa del tutto inesistente negli ultimi trent’anni e rotti. Fermo restando che il dio della bibbia non mi riguarda, dando per postulato che esso sia positivo e mammona negativo, si dovrebbe essere in condizione di riconoscere l’uno e l’altro. Impossibile se prima non si conosce se stessi e non si è padroni di se stessi. Ed è il motivo per il quale stiamo parlando di nulla perché fino a quando non ci sarà una rivoluzione totale in questo ambiente NON FONDATA SUGLI SLOGANO IRRIDUCIBILI DEI PIU OTTUSI ma orientata alla mistica fascista e all’annullamento dei tanti io, non si farà che annaspare.

  21. Io sono stufo di lavorare per questi chiacchieroni che cercano di appoltronarsi fregandosene di chi come me lavora sul territorio dove vive. Dov’è il leader??? Non c’è… tutti contro tutti, BASTA. Tutti i portavoti della destra ma dico DESTRA non dovrebbero più farsi vedere da chi si crede essere il padrone di questa o quella formazione ((dicono)) di destra. Vanno in parlamento in regione e altri posti regalati ai loro amici solo per i cazzi loro.
    Sono stato consigliere comunale in un piccolo comune in Sabina, ho perso il lavoro, ho perso soldi per il MSI per portarlo sempre avanti con onestà e orgoglio di essere FASCISTA. E questi signori ci ripagano con liti ecc. disgregando quanto ancora c’è di buono nella destra pulita di chi va avanti con onestà con onore e chi ci crede . IO POTRO’ PASSARE MA… L’ITALIA AVRA’ ANCORA BISOGNO DI VOI B.M. e domani sarà il nostro anniversario. Nnon piango perchè ho ancora la dignità fascista!!!!!

  22. Gabriele la Bibbia era solo una metafora…… tu che sei di militanza e di esperienza…. sai che quello di strizzare l’occhio a destra e a manca e un vecchio difetto d’area, io da militante credo che oggi solo dal basso si possa creare una comunanza di intenti e di doveri, e magari anche far emergere come risultante delle aspettative: l’uomo

  23. Sì Tommaso ma non è solo questione di basso e di alto. Ovviamente chi sta in basso non ha responsabilità apparenti, nel bene e nel male. In realtà ne ha tantissime perché si lascia vivere in un’esistenza in cui tutto è fatto di aspettative e di rifiuto di guardare le carte per poter continuare a vivacchiare di illusioni. Alto o basso cambia poco: manca il senso profondo delle cose, la capacità chirurgica, il fanatismo intelligente e impersonale, il confronto con il reale e con il nemico. Manca tutto. In basso come in alto e le colpe sono di tutti. Certo le figuracce dei colonnelli sono colossali. Ma sono convinto che con questi presupposti chiunque altri avrebbe fatto come loro. Parliamoci chiaro: noi ci prendiamo in giro tutti i giorni, tutti i minuti. Ancor più quando ci atteggiamo a duri e puri. Noi stiamo vestendo abiti che indossiamo nella costante commedia, anzi nella costante farsa, del nostro vivere. Scambiamo le comitive con le comunità, le teorie con le idee, gli sloigan con le convinzioni, il dopolavoro con la militanza. Qui è da cambiare tutto. ma non fuori di noi, dentro di noi, ognuno dentro di sé.

  24. Non è l’unione che fa la forza! Sono le idee! Sono le nostre idee. Le idee di centinaia di migliaia di uomini e donne di destra che non si riflettono in quelle di natura bisbetica e borghese dei vari rappresentanti di queste variopinte destre!. Sono le idee che questi “signori” non hanno! E se l’idea delle “diverse” destre è saccheggiare un capitale, abusivamente estorto al MSI, gingillandosi con i centristi, dimenticando le nostre radici, continuando, infelicemente, a destreggiarsi, per occupare un pezzo di inutile, grottesco territorio, per la destra non ci sarà futuro. Se questi sono gli uomini di destra, IO DISOBBEDISCO! Perché questi mediocri primi ed unici attori, che rincorrono una impervia “gloria”, tutto possono raffigurare, tranne che la destra! Erano tutti immersi nel fango di Fiuggi, nessuno escluso! Quel fango, ancor oggi emana un nauseabondo fetore! Il fango che ha portato al “centro” la fine della destra. La destra per cui io ho combattuto, e tanti come me, la destra di Acca Larentia, di Mikis Mantakas, di Virgilio e Stefano Mattei, di Sergio Ramelli, di tutti quei ragazzi che per la destra hanno dato la loro vita, non è questa ridicola accozzaglia di bancarottieri.
    Io me ne frego di tutti loro, disobbedisco e vado avanti!
    Non ho da rifarmi un look, non restauro, non rinnego e RESTO MISSINO!

  25. Qualche riflessione sulla “Cosa di Destra” che qualcuno si accinge a varare il 9 Novembre, che personalmente respingo tout court come velleitario tentativo dei nostri colonnelli di radunare in cabina elettorale una truppa raccogliticcia che consenta loro di continuare a percepire una indennità parlamentare per il resto dei loro giorni. Penso inoltre sarà un fallimento , perchè non vedo in questo nuovo movimento i punti in comune che, almeno sulla carta, hanno decretato il successo elettorale di nuovi movimenti negli ultimi anni, essenzialmente tre: la novità delle facce, la lotta allo spreco e al malgoverno statale , la trasversalità. Oggi il M5Stelle, ieri DiPietro, l’altroieri la Lega si sono presentati agli elettori candidando persone che non erano i soliti boiardi di partito, le solite ghigne arcinote, arciodiate, e arcicompromesse. Tra il Roma Ladrona della Lega, il Roma sprecona dei 5S e il Roma corrotta di dipietro c’erano solo differenti sfumature, il concetto era lo stesso. E tutte e tre le formazioni erano ideologicamente trasversali, senza una precisa colorazione: “el leon che magna el teron” andava bene sia al compagno che al gambale, i 5Stelle non si espongono e addirittura magnanimamente si abbassano a dialagora con casapound, dipietro sino all’abbraccio mortale di Ingroia era genericamente di sinistra ma con una connotazione di giustizialismo che poteva piacere anche a qualche veterobecerodestro. Questa nuova AN presenta invece i soliti noti, non estranei a politiche fallimentari di governo e a servilismo nei confronti di berlusconi, in quanto alla trasversalità , non riesce a piacere totalmente nella propria stessa area, figuriamoci nei confronti dell’intero corpo elettorale. Compensasse con qualche idea nuova, ma neanche quello…. senza speranza.

  26. Purtroppo continuo a leggere di tutto, opinioni giuste e sbagliate, ma la verità ė che siamo morti sul territorio. La gente vuole essere ”attenzionata”. Non vuole la ”pacca sulla spalla”, ma essere aiutata. Cosa si sta facendo x il sociale? Tante parole ma pochi fatti. Dobbiamo ripartire da zero e ricreare il cameratismo che ci distingueva. Facendo fatti, azioni concrete, riguadagneremo la stima dei nostri.

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